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«Habemus Papam» in vetta agli incassi

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Ilfilm di Moretti, uscito venerdì, solo nel primo giorno, secondo Cinetel (che copre 380 sale su un totale di 460 nelle quali è stato ospitato l'esordio morettiano) ha incassato 226.132 euro. In realtà, soltanto venerdì, l'incasso della pellicola è stato di circa 290 mila euro, con una proiezione che lo vedrà, alla fine del weekend, salire a oltre e milione e mezzo di euro. Per il produttore Domenico Procacci, che lo ha realizzato in collaborazione con Sacher, la francese Le Pacte e la distribuzione di Rai Cinema, si tratta «di un buon segnale per il cinema italiano in generale, perché significa che al pubblico non piacciono soltanto le commedie. Io stesso, che ho prodotto anche "Qualunquemente" con Albanese sono doppiamente contento, proprio perché ora vedo spettatori interessati anche ad altre tematiche. E se è pur vero che nel film di Nanni ci sono tanti spunti di commedia, "Habemus Papam" è anche molto altro». Dal canto suo, Moretti, scelto in concorso al Festival di Cannes, si sta godendo il successo meritato, dopo aver salutato il pubblico (sempre venerdì) nella sua sala romana del Nuovo Sacher. «Speravo che la nascita di mio figlio Pietro mi avesse portato ad un rapporto più fluido con il lavoro - ha detto Moretti - Invece non è cambiato molto. Nelle scene girate a Roma c'è anche un prete vero ed è un giovane prelato di Foggia che ha fatto spontaneamente una predica a Santa Dorotea e magnificamente si adattava al panico del Pontefice appena scelto dal Conclave, narrato nella pellicola. Era vera anche l'ansia manifestata nel film di un attore (Franco Graziosi) nei panni di un Cardinale che, nella sua battuta, manifestava la sua poca voglia di giocare a pallavolo e purtroppo, proprio lui, si è fratturato la testa del femore durante le riprese. Tanto che quando è stato trasportato al Santo Spirito gli hanno chiesto: "Ma che state a fa' un film de' guerra"». Moretti avrebbe volentieri continuato a chiacchierare ancora un po', fino a quando una voce in sala, tra lo spazientito e l'arrogante non ha interrotto i racconti del regista, esclamando: «Vabbè, ma mo vedemolo 'sto film». «E vedemolo!, ha concluso Moretti che alla fine della proiezione ha ricevuto altri scroscianti applausi. Un successo. Anche per TV2000, la televisione diretta da Dino Boffo, dove martedì andrà in onda un'intervista con l'autore. In una recensione non firmata «Habemus Papam» è stato commentato come un film in cui Moretti ha avuto «la mano felice» in alcuni momenti, con «stratagemmi efficaci e suadenti», ma che «non pare il suo capolavoro. Il Papa è una figura così centrale nell'immaginario collettivo che anche un regista laico (ateo, precisa lui) e snob come Moretti non sa resistere alla tentazione di metterlo in scena. Qualcuno - suggerisce la recensione - ha segnalato l'eccessiva concessione alla commedia nel dipingere in grandi elettori del papa, quei vegliardi che ammazzano i tempi morti del Conclave sulla cyclette o giocando a carte. Ma a ben guardare, c'è della simpatia anche in simile ritrattistica, per quanto abusata e demodé. Colpisce che il film tocchi uno dei suoi vertici narrativi nella scena che ritrae i Cardinali seduti nella Cappella Sistina, ciascuno invocante in cuor suo il dono di non essere l'eletto. Forse, per Moretti quella è una Chiesa così fuori dalla storia da non poter neppure essere sfiorata dall'ansia della competizione o dalla bramosia del carrierismo». Inoltre, «se le forme sono wojtyliane, la sostanza del dramma angosciante, in cui viene a trovarsi l'eletto del film, sembra richiamare soprattutto la vicenda del suo predecessore, Albino Luciani». Din. Dis.

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