Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Cento capolavori dalla Germania

default_image

  • a
  • a
  • a

Eccoil quadro-simbolo del Grand Tour, il viaggio di formazione che nel sette-ottocento portava in Italia artisti e scrittori del nord Europa. Lo ha firmato nel 1786-87 Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, diventando famoso soprattutto per quest'opera che costituisce anche l'emblema dello Stadel Museum di Francoforte. Ed ora, insieme a questo, cento capolavori fra i migliori dell'otto-novecento conservati nel museo tedesco giungono per la prima volta in Italia, nelle sale del Palazzo delle Esposizioni fino al 17 luglio su iniziativa del Presidente Emmanuele Francesco Maria Emanuele. Ne viene fuori un percorso avvincente che mette a confronto l'arte francese, dall'impressionismo al simbolismo, con la vocazione visionaria e romantica di quella tedesca, fino agli incendiari ed irati espressionisti. Sono cento perle di un museo che custodisce oltre centomila opere d'arte europea fra il Rinascimento e i giorni nostri. E che è nato ad inizio ottocento grazie al mecenatismo del banchiere e commerciante di spezie Johann Friedrich Stadel che donò alla collettività il suo patrimonio di un milione di fiorini, la sua collezione d'arte e la sua casa. Forse il merito maggiore di questa scelta espositiva è quello di ribadire che a cavallo fra otto e novecento non esiste solo una linea pittorica francese ma che ai massimi livelli si colloca anche quella di matrice tedesca. Insomma, non solo Parigi ma anche Monaco di Baviera, ad esempio. Ecco allora la «Fantasia araba» di Delacroix ma anche le visionarie «Montagne nella nebbia» del sublime Friedrich. E poi la travolgente «Onda» di Courbet, o la «Veduta di Marino» di Corot e lo strepitoso «Frutteto» di Daubigny, fino alla «Casa di campagna presso Nuenen» di Van Gogh e ad una sfilata mozzafiato di impressionisti: Monet, Sisley, Degas, Renoir. Poi i simbolisti Moreau, Redon («Cristo e la Samaritana»), ma anche uno dei quadri più belli della mostra, la «Villa sul mare» di Arnold Bocklin immersa in un tramonto che tutto trascolora di rosso e che suscitò l'incondizionata ammirazione del nostro de Chirico. Né vanno trascurati la coinvolgente «Pietà» di Franz von Stuck o il bellissimo «Ritratto di donna su un tetto di Roma» di Max Klinger. E come dimenticare Munch, Rousseau il Doganiere, Ensor, Matisse, gli espressionisti (da Kirchner a Nolde e Schmidt-Rottluff), Ernst, Klee, fino al «Ritratto di Fernande Olivier» del vulcanico Picasso?

Dai blog