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Gli ambasciatori di Mussolini

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512),Roberto Falanga sceglie come punto di vista privilegiato quello dei quattro ambasciatori che rappresentarono in successione, dalla fine del 1932 alla metà del 1945, il nostro paese a Berlino. I primi due, Vittorio Cerrutti e Bernardo Attolico, diplomatici di formazione prefascista, pur nella fedeltà alle direttive del governo di Mussolini, non nascosero mai le loro perplessità sull'abbraccio sempre più stretto tra l'Italia e la Germania nazista, pagando la loro tiepidezza con l'esautorazione. A succedergli sono due fascisti ferventi, Dino Alfieri e Filippo Anfuso. Attraverso le comunicazioni che correvano a ritmo quotidiano tra i quattro diplomatici italiani, Hitler e i suoi fedelissimi (Goebbels, Göring, Himmler, Ribbentrop) da una parte, Mussolini e gli alti gerarchi fascisti (a partire dal genero Ciano) dall'altra, emerge un quadro estremamente sfaccettato che contrasta con l'immagine del "patto d'acciaio" tra Italia e Germania, e che contribuisce ad arricchire ulteriormente la conoscenza di una delle pagine più oscure e discusse della storia del Novecento.

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