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IL GIRADISCHIa cura di Carlo Antini

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Mail brano non gli rendeva giustizia. Tricarico ci ha abituato a coniugare lo straniamento esistenziale con il pop. Ed è proprio questo il leit-motiv anche nell'ultimo «L'imbarazzo», album che fa seguito alla sortita rivierasca. La delicatezza degli arrangiamenti si coniuga con le riflessioni dei testi che oscillano tra intime confessioni e considerazioni sul senso della conoscenza. «Guarda che bel colore che han le rose» è uno degli episodi meglio riusciti, in cui la lezione di Battiato è più visibile e gli echi della voce restituiscono atmosfere di confine. Tricarico fa i conti con gli anni che passano e con la maturità che comincia ad affiorare in brani come «La mia sposa» dove lascia tracce che restano come rughe sulla pelle. Gli echi di Gainsbourg-Birkin nel duetto di «Da soli io e te» regalano all'album un respiro inaspettatamente complice. Fino a «L'italiano» con Toto Cutugno che diventa la dichiarazione d'amore di un artista che non ha paura di misurarsi con i luoghi comuni. I brani che chiudono «L'imbarazzo» ci restituiscono un autore ispirato e intenso. E ci chiediamo cosa sarebbe successo se al Festival avesse portato un altro brano. Voto 4/5

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