Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

LA DONNA CHE CANTA, di Dennis Villeneuve, con Lubna Azabal, Melissa Désormeaux-Poulin, Maxim Gaudette, Rémy Girard, Canada, 2010. Cinema dal Canada.

default_image

  • a
  • a
  • a

Sicomincia a Montréal, in cifre sospese e anche un po' enigmatiche. Morta la loro madre, i suoi due figli gemelli, un fratello e una sorella, apprendono da un notaio, all'apertura del testamento, di avere in Medio Oriente, dove ha origini la famiglia, sia un padre mai conosciuto sia un fratello di cui avevano sempre ignorata l'esistenza. Il testamento chiede loro di rintracciarli, il fratello sulle prime si rifiuta, la sorella, invece, si dispone subito a partire. Eccoci così in un Paese che, data una guerra da cui è stato attraversato tra cristiani, ebrei e musulmani, potrebbe essere il Libano. Qui, però, subito due storie in parallelo. Da una parte, ieri, la madre da giovane, dall'altra oggi, la figlia intenta alla non facile ricerca del padre e del fratello. L'accento, anche con violenza, è molto sulla giovinezza della madre, sottoposta a una serie di vicissitudini terribili perché, all'inizio, avendo messo al mondo un figlio illegittimo nato da una sua relazione con un nemico della sua gente, viene cacciata di casa e addirittura espulsa dalla comunità cristiana in cui è nata; in seguito, duramente coinvolta fra le diverse fazioni che si affrontano nel corso della guerra, finisce per lunghi anni in un carcere dove, stuprata, diventerà madre proprio di quei due gemelli cui, in Canada dove ha trovato riparo, si rivolgerà nel suo testamento. Meno drammatiche le pagine relative alle ricerche della figlia, alla fine raggiunta anche dal fratello per sciogliere insieme i misteri piuttosto complicati alla base di tutta la storia. La regia di Villeneuve punta molto su questi misteri, perfino con tensioni esacerbate, ma dà spazi attorno anche alla rappresentazione di quei conflitti psicologici e poi di quella guerra che fanno da sfondo alla vicenda. Con risultati forti, anche quando c'è di mezzo soltanto l'avventura. Li sostiene soprattutto, nelle vesti della madre da giovane, un'attrice belga, Lubna Azabal, già vista in cifre mediorientali in "Paradise Now", con non dissimile rigore.

Dai blog