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La luce del futuro parla italiano

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diANTONIO ANGELI Le frontiere delle macchine elettroniche del futuro sono la velocità di calcolo e la precisione. Due capacità che, arrivate oggi a livelli da fantascienza, sono destinate a raggiungere traguardi inimmaginabili. La velocità e la precisione di un futuro che è già presente viaggiano sui raggi di luce perché è questa la frontiera da raggiungere: la velocità della luce. I ricercatori proiettati verso questo obiettivo sono italiani e lavorano nelle università di Roma, Firenze, Torino. Presto daranno al mondo computer super-veloci e microscopi infallibili. È stato scoperto da un team di ricercatori della Sapienza e del Cnr (Claudio Conti, dell'Università dell'Aquila, Eugenio Del Re e Elisa Spinozzi, e dell'Università di Gerusalemme, Aharon J. Agranat) un nuovo tipo di materiale in cui la luce si propaga senza diffrangere. «Si tratta di un particolare cristallo ottenuto mescolando opportunamente una serie di componenti chimici, tra cui potassio, litio, tantalio, niobio e impurità di rame», spiegano gli scienziati che hanno pubblicato la ricerca sulla rivista «Nature Photonics». «Ciò apre prospettive per la realizzazione di nuovi tipi di microscopi e lenti capaci di trasferire immagini ad altissima risoluzione - continuano gli scienziati - potenzialmente con risultati molto superiori alle tecnologie oggi utilizzate». Eccezionali saranno anche i computer quantistici pronti a nascere dalla sinergia in atto tra il Cnr di Firenze e il Dipartimento di Fisica Sperimentale dell'Università di Torino. I ricercatori italiani stanno già lavorando al computer più potente del mondo che, per raggiungere la velocità della luce, sfrutta la pietra più preziosa: il diamante. Sembra un film di 007. Ricordate «Una cascata di diamanti»?, era il 1971 e l'agente 007 era ancora impersonato da Sean Connery. Il cattivo di turno per conquistare il mondo aveva accaparrato una quantità enorme di diamanti: il fine era costruire un raggio laser infallibile. A quarant'anni di distanza gli scienziati (italiani) hanno scoperto che forse la storia non è del tutto campata in aria e con i diamanti si può fare ben altro che creare anelli o attaccarseli alle orecchie. Per carità: le ragazze hanno tutto il diritto di amare le pietre preziose ma, adeguatamente preparate, possono «trasportare» in modo fantastico i dati, diventando dei «super-processori». L'Istituto Nazionale di Ottica del Cnr ha creato delle speciali «guide» all'interno di diamanti per far passare la luce. I ricercatori di Torino li usano per inondarli di raggi luminosi, accelerando il trasporto di dati a livelli massimi. Il risultato della ricerca, che è stata pubblicata su «Phisical Review Letters», daranno ai computer del futuro una velocità tale che potranno effettuare, in pochi attimi, calcoli che terrebbero occupati i computer tradizionali per anni.

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