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Gabriele Simongini L'arte contemporanea si fa con tutto quello che ci circonda e ci riguarda: persone, cose, animali, luoghi, emozioni, perfino spazzatura.

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DiceArthur Danto, che i mutamenti più radicali di una società avvengono prima in ambito artistico per poi trasmettersi agli altri settori. Così, per capire le ragioni di un'arte che riflette la nostra epoca, non c'è niente di meglio dell'ultimo libro di Angela Vettese (Laterza): «Si fa con tutto. Il linguaggio dell'arte contemporanea». L'autrice ci dimostra che questa libertà assoluta richiede comunque grandi competenze tecniche ed organizzative, anche se l'artista di oggi lavora come un architetto o un regista. Così, nota la Vettese citando due opere presentate alla Tate Modern di Londra, anche per fare un'enorme crepa nel pavimento (Doris Salcedo) o un sole finto che abbronza davvero (Olafur Eliasson) servono forza inventiva e coscienza realizzativa. In ogni caso le nuove tecniche trovano un legame nel bricolage, immenso repertorio combinatorio di materie, idee, immagini.

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