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Quando Angelini era sacerdote

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Ancoragiovane sacerdote, viceparroco di una chiesa romana in via Gallia, nel quartiere di San Lorenzo, era a San Lorenzo quando il Papa Pio XII andò a dare conforto al quartiere martoriato dalle bombe. «Con le braccia alzate - racconta ad Augusto Ferrara, che pubblica le parole del cardinale nel suo libro «1943. Bombe sul Vaticano» - bloccai la macchina di Papa Pacelli facendo scendere anche l'autista perché, pochi metri oltre, sul loro percorso, vi era una bomba inesplosa». Ferrara mostra ad Angelini delle foto: si riconosce un sacerdote, alcuni militari e un uomo con i baffi dallo sguardo rapito di fronte alla mano benedicente di Pio XII. «Ricordo che il Papa si rivolse a monsignor Montini (allora sostituto alla segreteria di Stato, che in futuro diventerà Papa Paolo VI, ndr) affinché fossero consegnati ai presenti alcuni biglietti di banca da diecimila lire. Tra i deceduti, vittime del bombardamento, vi era stato anche il parroco della chiesa di Sant'Elena. Sua Santità rimase sul posto per tre quarti d'ora». Ferrara gli mostra, in un secondo incontro, le foto del bombardamento vaticano. Osserva Angelini che probabilmente era assente dalla sede e non ricorda niente in merito. Ricorda invece bene la nascita del Tempo, nel gennaio 1944. «Il giornale - dice - come ringraziamento del sostegno dato dal Papa ai romani, indisse una raccolta di denaro tra i lettori al fine di realizzare un monumento a Pio XII. Quindi fu eretta la statua che attualmente si trova nel giardino a fianco del cimitero del Verano e alla Chiesa di San Lorenzo». And. Gag.

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