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Maria di Nazareth, ragazza ribelle non circoncise Gesù. È polemica

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In«Io sono con te», il regista Guido Chiesa rievoca senza enfasi né retorica la storia di Maria di Nazareth (Nadia Khlifi e Rabeb Srairi), dal concepimento fino all'adolescenza del Figlio (Mohamed Idoudi). Girato nelle campagne della Tunisia con attori, per la maggior parte non professionisti, recitato in arabo e greco antico, il film sarà distribuito da Rai Cinema il 19 novembre. La pellicola mette in primo piano l'educazione (rivoluzionaria per l'epoca) che Maria adottò per Gesù, un rapporto coraggioso basato sull'amore e sulla rottura delle regole, attraverso le tappe di una crescita infantile che riceveva di continuo la fiducia materna. «Questa lettura non è in contrasto con la dottrina - ha detto Chiesa che si è ispirato ai vangeli apocrifi - Per alcuni, Gesù veniva visto come un mago, ma i cristiani non credono nella magia, mentre per i non cristiani il concepimento di Maria è in discussione. Nel mio film non viene esaltato alcun prodigio o magia. Il vero miracolo è la grazia e la forza di Maria che, dopo aver lasciato la propria casa, presto ravvisa le storture del mondo patriarcale che la circonda, a partire dalla famiglia di Giuseppe, dove detta legge il fratello più anziano, Mardocheo (Ahmed Hafiene). L'atteggiamento solare e determinato della ragazza, protettivo nei confronti dei bambini, suscita l'indignazione del capofamiglia e di quanti sono convinti della necessità di impartire loro punizioni, disciplina e sottomissione. Il Cristianesimo è l'unica, tra le grandi religioni del mondo, a identificare in una donna il principio della salvezza di un nuovo corso nella storia dell'umanità. E a percepire nella madre il cardine dell'intera vicenda umana. Ed è anche fondamentale la figura di Giuseppe (Mustapha Benstiti), il patriarca, che si fa da parte ed è discreto, consentendo così a Maria di educare il Figlio». A fare da sfondo alla vicenda, gli scenari aspri di una terra sottoposta al giogo coloniale dei romani e alle angherie del Re Erode. Maria dando alla luce Gesù si troverà di fronte a scelte decisive che la trasformeranno, suo malgrado, in pietra dello scandalo. Il film ha subito suscitato polemica da parte di Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, per il quale è «strano fare un film in cui si mostra Gesù come un bambino ebreo non circonciso». Ma per il regista quella scena dà la possibilità di vedere Gesù, come «l'ultimo degli ebrei e il primo dei cristiani».

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