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Cinema e arti secondo Perilli

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Ciprova oggi Plinio Perilli con «Costruire lo sguardo - CinemArchitettura. Storia sinestetica del cinema in 40 grandi registi (Gruppo Mancosu Editore). L'autore, nato a Roma nel '55, è figlio di quell'Ivo Perilli, pioniere del cinema italiano, che collaborò con i maggiori registi mondiali e con i migliori scrittori italiani del '900 (dal King Vidor di «Guerra e pace» al John Huston de «La Bibbia», per non parlare del Rossellini di Europa '51 e del Monicelli de «Le infedeli»). «Fu André Breton, l'appassionato maestro e trascinatore del Surrealismo - spiega Perilli - a intitolare una sua opera "Vasi comunicanti"...Sì, le arti comunicano, si confrontano, si mischiano, si travasano...». Fra scrittura e immagine ogni grande regista è qui indagato nella golosa rete di rapporti, crediti, rimandi, che lo legano a tanti altri artisti epocali. Così Buñuel s'allea alla vena surrealista dell'amico Dalí; Fritz Lang fagocita mezzo espressionismo europeo; Pasolini rispolvera il suo antico amore per i pittori del Rinascimento, ma anche gli archetipi del mondo classico. Perilli, studioso in particolare delle cosiddette sinestesie, ci dona un'opera rara, strana, intrigante, interamente a colori, per non perdere un grammo di una fantasmagorica emozione visiva. Li. Lom.

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