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Ricordi e nostalgia dell'infanzia

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Inquesto scenario sferzato dal vento che odora di salsedine si muovono come creature errabonde, ectoplasmi inquieti i versi di Francesco Serrao (vincitore del Premio Palmi di Poesia 2010) raccolte nel libretto ...Lungo il mar Tirreno... (Laruffa editore). Sono poesie dedicate a parenti, amici carissimi, amori perduti e vagheggiati, visioni nostalgiche che affondano le radici nell'infanzia dorata trascorsa nella sua Calabria. Versi carichi di angosce e dei tormenti della fatica di vivere, delle notti insonni passate in compagnia dell'altero e misterioso gatto «mammone» e di tutte le altre trascorse tra gli scogli eremitici dove gli stormi di uccelli si rifugiano impauriti dal battuto dei remi dei pescatori che scompaiono al largo. La turbata memoria di un fanciullo perenne di cui, il critico Walter Pedullà ormai una decina d'anni fa scrisse: «Chi viene prima di Serrao, il significato di una parola o la sua musica?». E l'incanto continua.

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