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La solitudine dell'eros

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Dopogli applausi e qualche fischio che hanno ieri mattina accompagnato la proiezione stampa del troppo atteso film di Saverio Costanzo, «La solitudine dei numeri primi» (tratto dall'omonimo bestseller di Paolo Giordano), il regista mette le mani avanti quasi a rifiutare l'accoglienza poco calorosa della sua pellicola: «Ma che vi aspettavate "Il Gattopardo"? - ha esordito Costanzo - Quando mi è stata proposta questa regia non ero pronto per una storia d'amore del genere, ma poi ho accettato nel segno della popolarità dettata dal fortunato romanzo». Il film, da oggi in ben 380 sale distribuito da Medusa, si distacca dal romanzo, soprattutto nel finale: «Nel libro c'é troppo dolore - ha aggiunto il regista - e così ho sposato il genere horror per sdrammatizzare e rendere più accessibile la sofferenza al pubblico. È un film sull'epica dei corpi e sul loro stravolgimento nel corso di un ventennio, dal 1984 al 2007, fino agli ultimi venti minuti finali dominati dal silenzio». Lo scrittore, vincitore del Premio Strega 2008 e del Campiello Opera Prima, è anche sceneggiatore di questo quarto e ultimo lungometraggio italiano in concorso a Venezia. Mentre l'intensa e già magra Alba Rohrwacher, per il ruolo di un'anoressica claudicante, è dimagrita ben 10 chili. A testimoniare che questa edizione del festival è ricca di bei film artistici ma nello stesso tempo lontani dal gusto del pubblico, ci si mette anche la stampa straniera che non vede pellicole italiane o non le apprezza molto. Herald Tribune, ad esempio, ha visti solo La pecora nera (1 stelletta) e La passione (5). Intanto, il premio della giuria (presieduta da Valerio Mastandrea) nella sezione Controcampo è andato a «20 Sigarette» (frutto della collaborazione tra Cinecittà Luce e Rai Cinema) con menzione speciale all'attore Vinicio Marchioni. Commozione sul palco di Aureliano Amadei, che firma con Francesco Trento il romanzo da cui è tratto film e regia di questo suo primo lungometraggio. Coinvolto nel 2003 nella strage Nassirya, Amadei, testimone di quella tragedia nella quale è rimasto coinvolto riportando ferite permanenti, urlando di gioia, è salito sul palco, dove è crollato a terra per la felicità: ha chiamato con sé gli attori, i produttori Claudio Bonivento e Tilde Corsi, lasciando le stampelle su cui si regge per tenere con entrambe le mani la targa del premio, al quale si sono aggiunti anche i 40mila euro messi dati da Kodak "per il suo secondo film". Malinconica, ma pronta alla battuta, Ambra Angiolini è stata invece applaudita per il suo ruolo da prostituta nel film «Notizie degli scavi» di Emidio Greco (fuori concorso al Lido). «Su di me c'é ancora il pregiudizio di "Non è la Rai". Mi capita di non venire neanche chiamata ai provini. Il cinema si chiude in zone elitarie e tende ad usare spesso gli stessi attori». Per Ambra, la tv non è comunque «un demone cattivo, le persone sono trash ma non i programmi. Da tempo non vengo più chiamata dalla tv, però sono sempre andata avanti con scelte rischiose».

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