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Architettura concentrata su passato, presente e futuro.

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Atutto questo è dedicata la dodicesima edizione della Biennale dell'Architettura di Venezia che oggi aprirà ufficialmente al pubblico e proseguirà fino al 21 novembre. Dopo una serie di Biennali affidate a critici e storici, la mostra è stata nuovamente affidata a un architetto: si tratta di Kazuyo Sejima ed è la prima donna a dirigere la Biennale d'Architettura. Di origini giapponesi, Sejima è stata insignita del prestigioso Protzker Architecture Prize 2010. La mostra va sotto il titolo «People meet in architecture» e forma un unico percorso espositivo con 46 partecipanti tra studi, architetti, ingegneri e artisti da tutto il mondo ed è affiancata nei Padiglioni dei Giardini, all'Arsenale e in diverse sedi nel centro storico di Venezia da 53 partecipazioni nazionali, cui si sono aggiunte quest'anno Albania, Regno del Bahrain, Iran, Malesia, Rwanda e Thailandia. La manifestazione vuole essere una riflessione sull'architettura in tempi di crisi e trasformazioni radicali. «La dodicesima edizione - spiega l'architetto Sejima - è una riflessione sull'architettura ora che il primo decennio del ventunesimo secolo si sta chiudendo in un susseguirsi di cambiamenti radicali. In questo contesto in rapida evoluzione, l'architettura può farsi portavoce di nuovi valori e moderni stili di vita? Questa mostra è l'occasione per sperimentare le molteplici possibilità dell'architettura e per dare conto della sua pluralità di approcci. Ogni suo orientamento è in funzione di un modo di vivere diverso». La cerimonia di inaugurazione e premiazione si è svolta ieri e ha visto la consegna del Leone d'Oro per la migliore partecipazione al Regno del Bahrain e del Leone d'Oro per il miglior progetto della mostra a uno studio giapponese. E ancora Leone d'Argento per promettenti giovani partecipanti a professionisti belgi e olandesi. I premi sono stati decisi da una giuria internazionale. Sono stati consegnati anche il Leone d'Oro alla carriera a Rem Koolhaas e il Leone d'Oro alla memoria a Kazuo Shinohara, assegnati dal consiglio di amministrazione presieduto da Paolo Baratta su indicazione del direttore della Biennale. «Ciascun partecipante è stato invitato a gestire in modo autonomo il proprio spazio espositivo - prosegue Sejima - e a offrire un'interpretazione personale del tema "People in architecture". Ognuno di loro esprime le proprie posizioni realizzando inediti scenari di interazione tra ambiente e società. Ogni partecipante diventa curatore di se stesso e la mostra si arricchisce di una molteplicità di sguardi, piuttosto che rispondere a un orientamento univoco». Il ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi ha sottolineato «la ricchezza del padiglione Italia, raddoppiato rispetto alla precedente edizione nella mostra "Ailati. Riflessi del futuro", dove Luca Molinari ha raccolto le esperienze più vivaci e innovative dell'architettura italiana». Il Padiglione Venezia, ai Giardini, ospita l'omaggio allo scultore Toni Benetton e all'architetto Toni Follina. Il contributo italiano alla Biennale intende dare una scossa alla crisi attraverso proposte che coniughino coraggio e sperimentazione. «La nostra è un'Italia piena di risorse e di bei progetti - spiega Luca Molinari - malgrado chi consuma territorio, chi distrugge le coste, chi troppo spesso si beffa delle risorse che abbiamo. Questo è un padiglione che prova a reagire a tutto questo, e che porta esempi utili, intelligenti, positivi, diversi. E che gioca contro la paura del futuro». Sono tanti gli eventi collaterali, tra cui le rassegne dedicate ai capolavori di Giorgione e alle vedute di Piranesi. A Palazzo Grimani c'è la mostra voluta da Vittorio Sgarbi per valorizzare il nuovo spazio espositivo con tre capolavori del genio di Castelfranco, di cui si celebra il quinto centenario della morte: La Tempesta, La Nuda e La Vecchia. La Fondazione Cini ospita, invece, la rassegna dedicata a Giambattista Piranesi e alla sua multiforme attività con 300 stampe originali, ma anche videoinstallazioni tridimensionali e gli scatti inediti di Gabriele Basilico. E non si disperi chi non potrà visitare la mostra di persona: la Biennale sarà visibile in un tour virtuale con iBiennale, un'applicazione per il tablet iPad. Ogni opera è presentata con una galleria di foto, video e contenuti interattivi con la possibilità di ruotare le immagini di 360 gradi.

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