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Torna a vivere la voce di Hemingway

Ernest Hemingway con la moglie Mary

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Chissà che effetto fa sentire Hemingway che parla de «Il vecchio e il mare» o di «Addio alle armi». Oppure Ray Bradbury che spiega qual è l'ispirazione all'origine di «Fahrenheit 451» o «Cronache marziane». Chissà cosa si prova ad ascoltare direttamente i più grandi scrittori del Novecento che rispondono alle domande di una delle più acute intellettuali che il nostro Paese abbia conosciuto. Tra pochi giorni potremo scoprirlo grazie al restauro dell'archivio audio di Fernanda Pivano, scrittrice e giornalista genovese scomparsa appena l'anno scorso. Chi ha avuto la fortuna di ascoltare la viva voce dei grandi intellettuali del passato è pronto a giurare di avere l'impressione di averli sempre conosciuti. La montagna di materiale raccolto dalla Pivano dagli anni Sessanta in poi è stato «rivitalizzato» da un laboratorio dell'università di Udine e sarà messo a disposizione di tutti nel corso del Festival della letteratura di Mantova che si svolgerà dall'8 al 12 settembre. Polemiche, botta e risposta e telefonate clandestine saranno il nostro pane quotidiano. Come capitava proprio con Hemingway. «C'è un nastro - spiega Luca Cossettini, coordinatore dell'equipe universitaria - in cui è incisa una telefonata transoceanica del 1957 registrata con Hemingway all'insaputa dello scrittore. Abbiamo restaurato anche tredici cassette contenenti interviste, interventi radiofonici e incontri informali». Tra questi anche gli incontri con Don DeLillo e John Irving. «Attraverso le registrazioni del Fondo Pivano - prosegue Cossettini - è possibile ripercorrere in modo inedito il rapporto della scrittrice con i principali esponenti della letteratura americana e la sua attività di promozione culturale». Tra le chicche conservate nei cassetti della Pivano anche registrazioni musicali con esponenti di spicco della scuola genovese. In uno di questi nastri, la giornalista discute con Fabrizio De Andrè della realizzazione dell'album «Non al denaro, non all'amore, né al cielo», tratto dall'antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Come se non bastasse, si sente De Andrè che impugna la chitarra ed esegue solo per la Pivano un'anteprima di alcune canzoni nuove su cui stava lavorando in quel periodo. In oltre sessant'anni di ininterrotta attività, Fernanda Pivano ha conosciuto e frequentato i principali protagonisti della letteratura mondiale. Durante questi incontri avvenuti per interviste, in occasione di pubbliche letture o più spesso per amicizia, la Pivano aveva l'abitudine di tenere acceso il registratore. Emerge così un sottobosco fatto di tic, piccole e grandi confidenze, mugugni e risate improvvise che rivelano indole e carattere degli artisti molto più che un incontro di persona. Il registratore di Fernanda Pivano svela l'altra faccia della letteratura. Proprio lì dove non si può voltare pagina.

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