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La Tempesta di Albertazzi tra finzione e fine del teatro

La Tempesta di WIlliam Shakespeare. Giorgio Albertazzi interpreta Prospero, Roberta Maronia nei panni di Miranda

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La magia delle notti estive romane trova il suo massimo splendore nel Silvano Toti Globe Theatre, edificio scenico elisabettiano situato al centro di Villa Borghese, in cui fino al 1° agosto un mattatore imprevedibile e ineguagliato come Giorgio Albertazzi regala al Prospero de «La Tempesta» shakespeariana la sua anima ludica e travolgente. Reduce da un successo clamoroso all'Estate Teatrale Veronese con gli spettatori accorsi a ringraziare un nume tutelare del teatro capace di ispirare e incantare da sempre le più diverse generazioni, questo evento scenico, diretto da Daniele Salvo, si rivela fra i più significativi dell'attuale stagione. «La gente ci sta a questo gioco alterno e contraddittorio d'identità e mi fa capire che devo continuare a salire su quel palcoscenico», ha dichiarato l'attore che, come sua nobile abitudine, offre ai personaggi la sua immagine nuda. «Prospero è un signore che rappresenta un po' Shakespeare che abbandona l'agone vero dello scrivere: la bacchetta magica che rompe potrebbe essere l'addio alla fantasia. Si annuncia una sorta di fine del teatro che induce a liberarsi dai trucchi della finzione per diventare se stessi. C'è l'emancipazione spirituale dell'autore inglese in un testo misterioso che funziona ancora oggi proprio perché rimane tale». Prende corpo, quindi, un incontro originale fra un mago che trasforma la realtà e un attore che da tempo vive il teatro come un luogo di autentica e libera espressione di sé, aliena dai paludamenti e i tecnicismi della recitazione. L'artista fanciullo e alchimista a suo modo corrisponde al ruolo che Albertazzi riveste nella nostra società senza tradire il sogno di poterla cambiare. «Mi piacerebbe una convivenza civile come quella prevista da Protagora e cioè illuminata dal sorriso con i debiti correttivi alla democrazia, ormai solo formale se non per il fatto che si vota - fantastica il novello Prospero - Siamo governati da oligarchie e poteri occulti. Se avessi vent'anni di meno mi impegnerei nella battaglia: bisogna ripartire dall'uomo come misura di tutte le cose. La società che detiene potere e denaro è sempre più confusa, balbettante, autoreferenziale e anche il teatro finisce per rispecchiarla. Il pubblico però reclama il rapporto con l'attore come presenza fisica sul palco, necessaria e salvifica reazione al virtuale imperante. L'artista danza sull'abisso, ma ha ancora una funzione se le platee sono così piene e plaudenti: Gli Italiani sono migliori di quello che sembrano!». GLOBE THEATRE Piazza di Siena Fino al 1° agosto Ore 21,15 Biglietti: da 7 a 22 euro Infoline: 060608

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