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Massimo Fini il romantico

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.È un romantico, uno che parla con il cuore, facendo passare le parole (cosa rara) per il cervello. Per questo, nonostante tutto, è un piacere leggere questo suo ultimo «Senz'anima. Italia 1980-2010», chiarelettere editore, 472 pagine, 15 euro. Pochi soldi in rapporto ai trent'anni presi in esame: cinquanta centesimi per ogni anno. E divorando le sue pagine appare chiaro che questa «fetta» della storia d'Italia non vale molto di più. Il libro parte da Milano Due, il grande complesso residenziale realizzato da Silvio Berlusconi costruttore negli anni Settanta e arriva alla riforma della giustizia, quella che, prima o poi, in Italia qualcuno pure farà. Al centro di queste «due fette di pane» un companatico raccapricciante, trent'anni di storia che è un complimento definire inutili. Questo periodo e i personaggi grotteschi che l'hanno animato (a loro, uno per uno, è dedicata la seconda parte del libro) hanno una terribile colpa che non è tanto quella di non aver portato l'Italia da nessuna parte, ma di averla trasformata, appunto come dice il titolo, in un Paese «senz'anima». Tale e quale a Milano Due. Con l'aggravante che il complesso di Segrate sarà pure caro e senz'anima, ma quantomeno è coerente e ben strutturato. Cosa che certo non si può dire del nostro Paese. Fini dipinge le macerie fumanti dell'Italia (sarà veramente ridotta così?), ma lo fa con tanta romantica grazia che leggere il libro è come ascoltare una sinfonia. Ti rapisce. Leggetevi il capitolo su Michele Santoro che inizia così: «Ci sono i carnefici, le vittime e le finte vittime. Queste sono le peggiori perché hanno l'apparenza delle seconde ma la sostanza dei primi...». Che poesia! Non viene voglia di correre a comprarsi «Senz'anima»?

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