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«Tradizione ko c'è la vacanza mordi e fuggi»

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Lafesta andava rispettata. La nobiltà vaticana doveva assolvere alle proprie funzioni. Ora la corte del Papa non c'è più, entrano pure personaggi come Balducci». Schietto e amaro il principe Carlo Giovanelli, magister elegantiarum. «I gentiluomini del Santo Padre, i cavalieri di cappa e spada avevano particolari compiti. Ecco il latore della Rosa, un Massimo Lancellotti, ecco il maestro del Conclave, un Chigi, ecco il Cavallerizzo Maggiore, un Crescenzi Serlupi. Alla festa dei Santi Patroni, le famiglie tutte in Vaticano, a messa. Tutt'al più, poi, gita nella tenuta di famiglia, alle porte della città. Il menù? Lumache, o la cacciarella: fagiani, anitre. Adesso è tutta un'altra cosa. Impera la moda del week-end lontano dalla città. Così, addio tradizione». Li. Lom.

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