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Si rompe il fronte dello sciopero contro il decreto sulla lirica. Ma già piovono disdette per i festival estivi

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Decisioneanaloga a "La Fenice" di Venezia: un comunicato annuncia per domani un concerto dei Filarmonici della fondazione lagunare, guidati da Chially. Cosa farà il Teatro alla Scala che il 13 maggio dovrebbe inaugurare le celebrazioni del bicentenario wagneriano con la "prima" di Das Rheingold, prologo di un monumentale Ring (15 ore di musica) co-prodotto con la Staatsoper unter den Linden di Berlino e concertato da Barenboin? E cosa avverrà all'Opera di Roma dove il 18 maggio è in programma la "prima" della nuova edizione di Madama Butterfly? L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che pur sarebbe una delle fondazioni favorite dal "Decreto Bondi", rinuncerà all'integrale delle sinfonie di Mahler (150 anni dalla nascita, 50 dalla morte) che dovrebbe cominciare proprio in questi giorni? Curiosamente pare i sindacati più intransigenti siano proprio quelli del teatro milanese (favorito dal "Decreto") e dell'Accademia romana, mentre al Teatro dell'Opera le numerose sigle sindacali stanno tentando di trovare una piattaforma con cui negoziare la ripresa delle attività (sta per aprirsi la biglietteria della stagione di Caracalla). Durissimi anche i sindacati del Comunale di Bologna (considerato alla soglia del dissesto e spesso con molte file vuote): accusano il Sovrintendente, Marco Tutino, di essere uno dei "suggeritori" del "Decreto". Cosa ha portato consiglio ai sindacati del Maggio? Scrivo in Toscana, dall'Accademia Montegral, sulle montagne della Garfagnana. L'Accademia, finanziata quasi interamente da privati (oltre che da Comune e Provincia di Lucca) ha iniziato con quattro giorni di musica contemporanea alternata a Bach, Beethoven, Mozart, il festival più lungo e più giovane dell'anno (artisti tutti delle ultime generazioni) che dalla Toscana d'estate si trasferisce in Tirolo e in Alto Adige per un totale di 60 spettacoli a prezzi contenuti. Ci sono molti stranieri all'Accademia: tra gli argomenti più dibattuti la valanga di annullamenti di tour operistici in Italia programmati dall'estero. A Firenze e a Venezia si sono resi conto dell'autogol; se i teatri restano semi-vuoti è impossibile chiedere sovvenzioni a Pantalone. È tema su cui stanno riflettendo alcuni Sindaci - di norma Presidenti delle fondazioni - specie delle città d'arte dove il turismo culturale pesa. Anche se la protesta riguarda i dipendenti delle fondazioni, l'immagine che proietta riguarda l'intero comparto, con il rischio che potranno soffrire anche prestigiosi festival estivi. Martedì i sindacati presenteranno il loro punto di vista alla Commissione Cultura del Senato nell'ambito dell'iter parlamentare della conversione in legge del "Decreto Bondi". È auspicabile che rispondano al "dossier sugli sprechi" predisposto dal Ministero. E, soprattutto, che si riprenda presto un'attività la cui sospensione danneggia in primo luogo i lavoratori. Dati ufficiali alla mano, Il Tempo ritiene doveroso chiarire un malinteso che ha creato polemica nelle ultime ore. I dipendenti totali della Fondazione Opera di Roma sono 631 (rispetto a 802 de La Scala), quelli nell'area amministrativa 71 (83 alla Scala) includendo i professionisti dell'archivio storico informatizzato (tra i più moderni al mondo). Opera e Scala hanno volumi analoghi di produzioni (tenendo conto delle stagioni di Caracalla e del Nazionale). Per inciso, la Fondazione di Bari (4-5 titoli l'anno) ha 131 dipendenti nell'area amministrativa.

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