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CineCina: i film italiani alla conquista dell'l'Asia

Giorgio Pasotti

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Giorgio Pasotti l'aveva già capito agli inizi degli anni Novanta, quando si trasferì in Cina per fare carriera e recitare in diversi film asiatici, diventando subito popolare nella patria dei Mandarini. Poi, dopo «La vita è bella» del premio Oscar Roberto Benigni, nel 2000 Neri Parenti ci riprovò conquistando le sale cinesi con «Cucciolo», film interpretato da Massimo Boldi e Claudia Koll. È la storia di un 42enne che da 32 anni frequenta la terza media, i genitori ottantenni si recano da un dottore che diagnostica al figlio la sindrome di Peter Pan. Ma ora la faccenda diventa più seria, grazie ad un accordo governativo tra Cina e Italia il mercato asiatico apre definitivamente le porte ai film italiani. Apripista, dal 23 aprile in duemila sale, sarà «Notturno Bus» di Davide Marengo, con Giovanna Mezzogiorno e Valerio Mastandrea, una commedia sentimentale sui toni del noir, tutta ambientata a Roma, tra ironia e sentimenti. Mezzogiorno è una ladra con il complesso di Cleopatra e un'incontrollata pulsione a sedurre; Mastandrea un autista di autobus che ha studiato filosofia e ama il poker. Entrambi si troveranno in una faccenda più grande di loro, tra microchip, agenti dei servizi segreti e corse avvincenti per le vie di Roma. Ma come mai proprio adesso il mercato cinese subisce il fascino del cinema italiano? «Di sicuro, ha aiutato molto il disegno di legge di ratifica per la co-produzione tra i due Paesi che sta seguendo l'iter parlamentare ed è stato appena licenziato dal Consiglio dei Ministri - ha spiegato il direttore del Dipartimento Cinema del Mibac Nicola Borrelli - Dal 2004 stiamo coltivando un rapporto di collaborazione e fiducia con la Cina, superando le restrizioni della censura alle quali il Paese è da sempre sottoposto. Ora che l'accordo c'è, i nostri film potranno varcare con maggiore slancio il confine asiatico. Mentre con l'India l'accordo è già stato ratificato e siamo già pronti a realizzare una co-produzione della Rai». Il progetto speciale «Italia e Cina per il Cinema» verrà presentato oggi a Roma alla presenza - tra gli altri - di Sandro Silvestri dell'Istituto per il Cinema e l'Audiovisivo dei Paesi Latini e del presidente della Fondazione Roberto Rossellini, Francesco Gesualdi, per il quale «l'Asia e la Cina sono dei mercati ricettivi per il nostro cinema. Innanzi tutto perché gli americani non sono ancora sbarcati lì. E poi perché il cinema italiano classico e la commedia piacciono molto ai cinesi. Ma occorre dimenticarsi del cinema autoriale che per oltre 30 anni ha fatto allontanare il pubblico dai nostri film. E dobbiamo poi superare il pregiudizio che nel passato ci hanno appiccicato addosso, con l'etichetta di persone poco affidabili che promuovono in modo discontinuo il cinema nazionale all'estero. Altro obiettivo sarà poi quello di varcare il confine del mondo arabo».

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