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Il villino, sogno della borghesia romana

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Èun meraviglioso viaggio alla ricerca della villa romana più bella. La prima condivisione con la famiglia viene proprio dall'abitazione, dove si allaccia il nodo di percorsi che si tramandano di generazione in generazione. Riproporre oggi storie e ambientazioni del passato, procura in chi scrive ed anche in chi legge, una grande emozione. Tutto questo viene testimoniato con abilità descrittiva nel nuovo libro di Francesca Coiro Cecchini "Ville e villini nella Roma della Belle Époque" (Edilazio). Le ville del passato, che, Roma conserva con cura, oggi sembrano diverse; in realtà è cambiata la risonanza emotiva di chi le osserva, loro restano un ricordo immutabile di un'epoca. Il tempo scorre, si dilata e si collassa, allontana e risospinge a riva i ricordi come i flussi delle maree. Il libro della Cecchini evidenzia con sottile maestria quanto nessuna città italiana conosca una vicenda urbanistica paragonabile a quella di Roma, dove a determinare la diffusione del villino hanno concorso fattori di ordine economico legati ad una congiuntura favorevole coincidente col periodo più prospero del governo Giolitti. A dare forma al sogno della borghesia romana che nella casa individuale con giardino vedeva realizzato il concetto tradizionale di felicità, è stata la diffusione di uno stile che tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, si affermò in tutta Europa e perfino oltre oceano: il Liberty. Elegante, sottilmente sensuale nella sinuosità delle linee evocanti una corrispondenza d'amorosi sensi col mondo misterioso e affascinante della natura, il Liberty rispondeva in materia di gusto alle aspettative dei ceti sociali medio-alti. Sotto la spinta di suggestioni culturali di matrice orientale allora di moda, improntava di sé ogni aspetto del costume: dall'abitazione all'arredo, all'oreficeria, alla foggia degli abiti. L'architettura e il design industriale fecero propri i motivi e i colori del nuovo stile che divenne il denominatore comune delle abitazioni signorili del primo novecento. Il periodo d'oro del villino urbano si colloca, con poche eccezioni, negli anni della belle époque. Le pagine di questo libro riportano significative testimonianze di un patrimonio ormai in estinzione che merita non solo il ricordo ma il rispetto e la giusta considerazione.

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