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Il lato oscuro del "bel Renè"

Kim Rossi Stuart sul set de Il fiore del male, film sulla vita di Renato Vallanzasca

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Non è facile raccontare un criminale, soprattutto quando è vivo e quando il suo ricordo risveglia quello lacerato dei parenti delle vittime da lui uccise. Ma il regista Michele Placido va avanti con le riprese del film tratte da «Il fiore del male», autobiografia di Vallanzasca. Ieri, dopo i ciak milanesi il set era a Roma, nell'hotel Sheraton dell'Eur, dove è stato ricostruito un ristorante chic anni '70. Nella scena, il bel René (Kim Rossi Stuart) è a cena con la sua banda, il suo luogotenente (Filippo Timi) e la donna del momento (Valeria Solarino), quando vede a un tavolo accanto il suo rivale, Francis Turatello (Francesco Scianna). E l'atmosfera si scalda. Il film, costato 7 milioni di euro, prodotto da Elide Melli con la Fox, ha scatenato le proteste dei parenti delle vittime, come quelle di Luigi D'Andrea e Renato Barborini, uccisi a Dalmine nel 1977, indignati dall'idea che il bandito possa diventare un divo. «Porto rispetto ai parenti delle vittime - ha detto Placido - ma non posso fare film solo su Padre Pio. In Italia il 60% della gente vive di malaffare. Vallanzasca è un criminale che sta pagando con l'ergastolo. Ce ne sono altri di banditi nel nostro Paese, qualcuno sta anche in Parlamento. Non posso assolverlo, né condannarlo più di quanto abbia fatto la giustizia: non uscirà un Vallanzasca santo, ma un film d'azione sulla Milano violenta».   Placido non ci sta e contesta l'indignazione a priori di chi ancora non ha visto il suo film: «I parenti delle vittime hanno polemizzato su qualcosa che non hanno visto e che ancora deve uscire. Un po' di rispetto anche per me, per la mia onestà intellettuale. Racconto la storia di un criminale e nessuno vuole trasformarlo in un Robin Hood come hanno scritto, male, alcuni giornalisti. Il mito del bel René lo avete creato voi giornalisti. A me interessa il suo lato oscuro e umano. Renato, che è venuto sul set, uccise dei poliziotti, anch'io sono stato poliziotto e sarò sempre rispettoso nei confronti delle vittime. Del racconto la parte più dura è il carcere, anche se no viene toccata la stagione dei pentiti, ma emerge uno spaccato dell'Italia di quegli anni, il terrorismo nero e rosso». Anche Rossi Stuart ha incontrato il bel René: «Sono stato accanto a lui, anche durante la sua attività di volontariato con i malati terminali, ho cercato di interiorizzare il lato oscuro del personaggio. Ho aspettato che l'inconscio lavorasse per capire di che pasta è fatto quell'uomo. È consapevole di se stesso, nel bene e nel male. È una questione delicata perché il gangster è vivo». «Kim interpreta molto bene Renato», ha detto la moglie di Vallanzasca, che sarà portata sullo schermo da Paz Vega. Mentre il film, in attesa di ricevere i finanziamenti statali, sarà pronto per la Mostra di Venezia.  

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