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Costanzo e quella saggia tartaruga

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o.Eccolo, il ritorno in Rai del talk show e del suo inventore, quel «Bontà sua» riesumato 34 anni dopo l'esordio a Viale Mazzini dell'uomo coi baffi (ma allora era «Bontà loro» perché gli ospiti erano tre). Ed è stato un ritorno subito premiato dagli spettatori del primissimo pomeriggio, quelli che stanno ancora attorno alla tavola apparecchiata, perché il programma va in onda alle 14,10 su Raiuno dal lunedì al venerdì: 11,22 di share, un milione e 911 mila persone davanti al video per la prima puntata, il faccia a faccia con Lino Banfi. Ieri l'interlocutore era Pierfrancesco Favino. Con l'attore anziano («Siamo quasi cugini, e uguali, stessa stazza, stessa pelata, stessi baffi», celiava Lino specchiandosi in Maurizio) e con quello giovane Costanzo scava nel privato, massimamente negli affetti. A tutti e due chiede dei genitori, delle attitudini giovanili, dei sogni, delle paure. E s'apre il rivolo dei ricordi, delle rivelazioni, della vita vissuta. Raccontata svariando nel parlato quotidiano, nel lessico familiare. Sicché di Favino scopriamo l'accento romanesco. Finisce col regalo, da parte di Costanzo, di una scaramantica targarughina. Per la controra questo saggio Costanzo è l'ideale.

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