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Andrea Gagliarducci Una lettera aperta per Alì Agca, che Giovanni Paolo II aveva preparato per l'udienza generale del 21 ottobre 1981.

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Epoi, il progetto delle Br di rapire Giovanni Paolo II, che sarebbe stato rivelato dalla Digos ai servizi segreti vaticani; la mistica ascetica del pontefice in procinto di essere beatificato, che non esitava a imporsi mortificazioni corporali; il fatto che Giovanni Paolo II credesse alle apparizioni di Medjugorje. È una serie di dettagli che viene fuori dal libro «Perché è santo. Il vero Giovanni Paolo II raccontato dal postulatore alla causa di beatificazione», scritto dal postulatore Slawomir Oder con il giornalista Saverio Gaeta. La beatificazione di Wojtila è ormai in dirittura di arrivo, e la data più indicata sembrerebbe essere il 16 ottobre 2010. Ma, oltre ai dettagli, il libro lascia spazio a qualche interrogativo. Ad esempio, riguardo il testo, sinora inedito, della lettera aperta ad Ali Agcà: nel libro è spiegato che il Papa «in seguito non ritenne opportuno renderla pubblica, probabilmente per motivi prudenziali connessi alle indagini in corso». E aggiunge che «i due fogli del manoscritto sono stati ritrovati con una grande X tracciata sopra». Chi ha recuperato quelle carte dal cestino? E poi, è vero che non sono stati distrutti gli appunti di Giovanni Paolo II, come richiesto dallo stesso Papa nel suo testamento? Il cardinal Stanislaw Dziwisz, che è stato vicino a Giovanni Paolo II fino alla morte, aveva detto, in passato, di non aver distrutto quelle carte. E monsignor Oder ha spiegato che «non tutte le carte servono per la causa di beatificazione». Altro documento inedito, il testo (forse destinato a lettura in pubblico) con il quale Giovanni Paolo II avrebbe aperto a delle sue possibili dimissioni: il Papa sosteneva di non poter rinunciare al mandato apostolico «se non in presenza di una infermità inguaribile o di un impedimento tale da ostacolare l'esercizio», cosa che - diceva - aveva messo «per iscritto» . Si riferisce a un testo del 1989, nel quale chiede a decano dei cardinali, vicario di Roma, cardinali capi dicastero di rendere operative le dimissioni in caso in cui egli cadesse malato di un male inguaribile. In pratica, una lettera di dimissioni. Che i cardinali cui era indirizzata non ritennero mai fosse opportuno rendere esecutiva.

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