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La schizofrenia è di casa nella mente di Sigfrido

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È stata rivalutata grazie alla riscoperta dei suoi diari e dei carteggi con Freud e Jung. Due nomi inscindibili da quello di Sabina Spielrein, primo caso di psicosi schizofrenica curata dal più famoso allievo del maestro viennese, di cui fu amante e compagna di studi e ricerche, capace di scoperte determinanti per l'evoluzione di una disciplina che con le sue teorie si arricchisce di concetti cardine. Mentre il caso Spielrein-Jung si trasformava per Freud in strumento attraverso cui approfondire i problemi del transfert e del controtransfert. Ed è attorno a lei, anello di un singolare triangolo professionale e umano segnato dai due maestri, che Mila Moretti elabora il testo di uno spettacolo in scena, con la sua regia, alla sala Gassman del Teatro dell'Orologio fino al 24 gennaio.  Proprio mentre David Cronemberg le dedica il film «The talking cure» interpretato da Keira Nightley. Riprendendo nel titolo Sigfrido, il nome del figlio che la studiosa avrebbe voluto da Jung e che lei stessa usava per il proprio lavoro di ricercatrice. Quasi a focalizzare la complessità di una donna che, attraverso Sigfrido, perseguiva la fusione delle razze semitica e ariana. E che la giovane Barbara Mazzi qui accompagna fra suggestioni e associazioni libere di idee verso l'universo impervio della mente.

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