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Quei ragazzi di oggi rapiti dallo show-biz

Michela Quattrociocche

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Il produttore Massimo Ciavarro è soddisfatto degli incassi raggiunti nel primo weekend dal suo film «L'ultima estate» (uscito venerdì), seconda prova alla regia di Eleonora Giorgi. La trama sentimentale che vede protagonisti un gruppo di di 18enni (interpretati da Simone Ascani, Michelle Carpente, Gabriele Penteriani, Francesca Ferrazzo e Francesca Ferrazza) ha conquistato il pubblico giovanile. E non solo. Il mondo dei giovani ancora una volta diventa motivo d'interesse per il cinema: è una forma di sfruttamento o un modo per far emergere nuovi talenti? «Entrambe le cose - risponde Eleonora Giorgi impegnata a Milano per il tour teatrale di "Fiore di cactus" - Lavorare con i 18enni è stato rigenerativo: sono quasi tutti mediamente colti, educati e belli. Le ragazze si sono mascolinizzate rispetto alla mia generazione, ma quando arriva l'amore, proprio come accade nel film, si scopre che i sentimenti dei giovani di oggi sono gli stessi di sempre: è questo l'anello che congiunge tante generazioni. Certo, c'è il rischio che questi attori emergenti durino una stagione e poi vengano dimenticati. Ma intanto viene offerta loro una grande chance». Massimo Ciavarro svela che nel film «non solo gli attori ma anche i tecnici, la costumista e lo scenografo, sono giovani. Ragazzi motivati che hanno voglia di fare e mi accompagnano a promuovere il film che sarà in sala anche dopo il 15 gennaio. La pellicola ha avuto i finanziamenti dal ministero e dalla Regione Sicilia: è stato girato a Lampedusa, dove ho anche fatto dei corsi di formazione per i giovani produttori locali. Produrlo è stata una bella fatica ripagata però da grandi soddisfazioni». Michelle Carpente (21 anni), una delle attrici de «L'ultima estate» e anche del prossimo film di Moccia, «Scusa ma ti voglio sposare», è convinta che in Italia ci sia «ancora spazio per la meritocrazia. La nostra è una generazione di ragazzi consapevoli di vivere un momento difficile nel lavoro. Ma, anche se a volte non manca il pessimismo, siamo anche molto combattivi e ci rimbocchiamo le maniche. Io frequento sia l'università sia i corsi di recitazione. Ai provini incontro alcuni ragazzi che non sanno nemmeno parlare, vengono dai vari reality tv e pensano di essere già arrivati. Ma no sono tutti così. La nostra è una generazione ricca e variegata: ci sono i ragazzi semplici descritti da Moccia e quelli che invece hanno idee politiche e leggono libri impegnati».

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