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Quando scrisse un racconto su Cambellotti «il fascista»

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Edero lì con Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino. Camminavamo tranquilli, passi lenti Sciascia, e un po' reclinato in avanti, più nervoso Bufalino». Racconta Vittorio Sgarbi in un libro prezioso appena pubblicato, l'omaggio di Bompiani a Sciascia. Un volume patinato che unisce a uno scritto dell'autore di «Todo modo» («Invenzione di una prefettura»), le immagini dei dipinti a tempera che Duilio Cambellotti realizzò nel 1933 per il palazzo del Governo, una vittoria della città che dal 1926 era diventata capoluogo staccandosi da Siracusa. C'era il Duce, in quelle tempere. E questo costò parecchio al lavoro. Perché la damnatio memoriae antifascista portò a coprire i dipinti. Insomma, come fece il Braghettone con le impudicizie della Cappella Sistina. Le imprese di Mussolini furono riscoperte nel 1987, col restauro del palazzo. Operazione alla quale plaudì Sciascia, con l'onestà intelletttuale che era nel suo Dna. Così lui, radicale, celebrò l'avvenimento scrivendo appunto il racconto, che segue passo passo l'approdo di Ragusa allo status di capoluogo e i retroscena della decorazione del Palazzo del Governo. «Il soggetto ritrovato di quelle stanze incuriosiva e divertiva Sciascia - nota Sgarbi - E la rimozione rimossa doveva essere sembrata a lui troppo clamorosa per passare sotto silenzio. Occorreva dunque celebrarla e ricordarla. E nacque "L'invenzione della Prefettura"». Li. Lom.

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