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Cats, a tutto musical

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Tiberiade Matteis Il musical «Cats», uno dei massimi successi teatrali di tutti i tempi con rappresentazioni in 26 Paesi e 250 città in dieci lingue diverse, approda da mercoledì al 22 novembre al Sistina nell'edizione italiana realizzata da Saverio Marconi e dalla sua Compagnia della Rancia con la traduzione di Michele Renzullo e Franco Travaglio, le coreografie inedite di Daniel Ezralow, i costumi della maison Coveri e un'orchestra dal vivo di sedici elementi. La selezione dei ventidue performers che incarnano i gatti più famosi del mondo ha richiesto due mesi con ottocento candidati provenienti da tutta la penisola. «Il livello artistico che abbiamo riscontrato durante le audizioni ci dà il segno di quanta strada sia stata fatta in Italia in questi anni» ha dichiarato il regista. «Quando abbiamo iniziato l'avventura del musical nel 1988 era estremamente difficile che un artista eccellesse in tutte le discipline: il cast che abbiamo scelto per "Cats" ci riempie invece di soddisfazione per la completezza e l'indiscutibile talento di quelli che, senza ombra di dubbio, oggi possiamo chiamare veri performers». «Sono molto felice che mi sia stata offerta l'opportunità di lavorare a questo spettacolo» ha spiegato Daniel Ezralow, che firma le coreografie e la regia associata a Marconi. «Ha preso forma uno show assolutamente originale, in cui, insieme alla straordinaria partitura scritta da Andrew Lloyd Webber, cercheremo di indagare il rapporto strano, descritto dal bellissimo libro di Eliot, che esiste fra i gatti e gli uomini. Ci sono aspetti umani nei gatti ed elementi felini negli uomini: soprattutto su questa particolarità si è concentrata la nostra attenzione». «Ho intrapreso con passione lo studio e la realizzazione dei costumi di "Cats" anche perché è stato l'ultimo spettacolo che ho visto con mio zio Enrico Coveri a New York nel 1989» ha precisato lo stilista Francesco Martino Coveri. «Questo affetto speciale e la grande energia di Saverio Marconi mi hanno spinto a un'approfondita ricerca sui movimenti e sulle espressioni del mondo felino per poi iniziare la caratterizzazione vera e propria dei costumi. Il mio intento è stato quello di rendere i gatti vivi, contemporanei, ma soprattutto unici». Per dirla con Eliot: «ricordatevi che un gatto non è un cane».

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