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Sul palco la danza di Jiri Kylian che smussa la più cruda avanguardia

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Lapresenza romana della grande compagnia olandese, ormai prossima a festeggiare i 50 anni di vita, prevede la proiezione del recente film Car Men di Boris Paval Conen, in cui su uno strano arrangiamento delle musiche di Bizet ad opera di Han Otten le vicende dell'eroina di Merimé si intrecciano con le storie in terra ceka di quattro danzatori, chiamati ad interpretare i quattro ruoli principali dell'opera (oltre alla sigaraia, Don José, Michaela ed il torero Escamillo). Nella pellicola si ricorre spesso ad una tecnica da film muto in bianco e nero ed a situazioni che sfiorano il tragicomico. In prima nazionale invece Last touch first, tratto da una creazione del 2003 di Kylian, versione coreografica del celebre dramma cechoviano Le tre sorelle ambientata in atmosfere retrò di conio mitteleuropeo ed una dimensione intimista. La danza narcotizzante dei sei interpreti è quasi millimetrata in movimenti esasperatamente rallentati, conferendo ad alcuni passaggi o dettagli drammatici dello scrittore russo dimensioni eteree e dense di poesia. Un appuntamento importante, tra quelli promossi dall'ETI, da tempo sensibile alle problematiche della diffusione della danza d'arte in Italia, ma anche la consacrazione di un coreografo tra i massimi viventi, che ha saputo fare della contemporaneità una forma classica di espressione, smussando i toni talvolta aspri e poco comprensibili di certa avanguardia. Lor. Toz.

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