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Quando il ballo è uno stile di vita

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Conl'avvento del Terzo stato i saloni da ballo si aprirono però alla borghesia, che quasi gareggiava con l'aristocrazia anche a passo di danza. Ai balli dell'Ottocento, che iniziò con i valzer danzati dalle diplomazie europee durante le pause del Congresso di Vienna (1815), dedica ora un interessante volume Nino Graziano Luca in «Gran Balli dell'Ottocento da Via col Vento al Gattopardo» (Curcio Musica pagg. 224). Quadriglie e polke, mazurche o contraddanze, oltre al valzer cui ha dedicato un prezioso volume Rémi Hess, segnarono la vita del secolo romantico. Luca ci informa esaurientemente sui criteri, le norme osservate (conversazione, abbigliamento, presentazione degli invitati). In apertura viene evocata, da Guerra e pace, la trepidazione di Natasha che debutta al ballo del palazzo imperiale a Pietroburgo: baciamani, inchini, sorrisi compiaciuti, tutto all'insegna del bon ton e della moderazione. Il percorso storico preso in esame parte dalle feste del periodo giacobino e, attraverso l'impero napoleonico e la nascita della società industriale, si spinge fino all'età vittoriana e al Novecento con il progressivo prevalere delle danze di coppia (valzer, polka, mazurca) su quelle corali (quadriglie e contraddanze) e o saloni pubblici e i teatri a sostituire i palazzi aristocratici. La seconda parte è dedicata invece alla precettistica: regole di etichetta, gestione dei carnet su cui segnare i nomi dei danzatori prescelti, la toeletta (acconciature, calzature, abbigliamento), evoluzione dei balli in voga. Già, perché la danza non era solo corretta educazione del fisico, acquisizione di una eleganza nel portamento e persino una sorta di "mercato matrimoniale" per le ragazze di buona famiglia, ma anche un nodo per impararare a stare in società, applicandone le regole. Il volume è impreziosito da un ricco corredo iconografico e da due CD che evocano gli immancabili Valzer della famiglia Strauss diretti da Clemens Krauss con la Filarmonica di Vienna. Insomma un libro da leggere e da ascoltare per cogliere il segreto della gioia di vivere ottocentesca.

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