Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Il metodo Merkel», la politica secondo la cancelliera tedesca

default_image

  • a
  • a
  • a

GianlucaAnsalone Per Forbes è la donna più potente del mondo. Per la stampa è un caso politico unico. Per i tedeschi, andati alle urne la scorsa settimana, ha meritato di rimanere Cancelliera. Angela Merkel farà ancora parlare di sé e del suo metodo politico. Quello che Veronica De Romanis descrive in questo libro, ricco di aneddoti personali e pubblici. Non è semplice definire i tratti di una personalità politica così dirompente. Anche perché il confine tra le attitudini personali e il pedigree politico si sovrappongono. Ma l'impronta di questa donna nata nella Germania dell'Ovest e cresciuta in quella dell'Est, protagonista del parricidio di Helmut Kohl, icona di passaggi storici per la Germania, dalla caduta del Muro alla riunificazione, prima donna al vertice del governo, protestante e senza figli né marito è decisamente riconoscibile in tutta la sua azione politica. Nonostante lo scetticismo della stampa, il termine Kanzlerin entrerà per la prima volta nel vocabolario della lingua e declinerà un linguaggio politico nuovo, di "centro" si direbbe qui da noi, ma non per ambiguità o ecumenismo ma anzi per un profondo pragmatismo. Resta il fatto che i voti sottratti all'ex collega di governo e poi avversario Steinbruck sono stati moltissimi. Il metodo Merkel è esattamente questo: concretezza, scientificità, autenticità. Dopo l'esperienza della Grosse Koalition, che ha messo alla prova le sue doti di mediatrice, la Merkel potrà finalmente aprire la stagione dell'economia sociale di mercato. Non che il suo primo mandato sia stato immobile: riforma delle pensioni e del federalismo, ristrutturazione bancaria e revisione della tassazione d'impresa sono state altrettante frecce all'arco del successo. Ma in questi anni di "coabitazione" con l'SPD e di tempeste economiche - si veda il caso Opel - Angela non ha potuto fare tutto quello che avrebbe voluto: non ha potuto abbassare le tasse né procedere a un programma massiccio di liberalizzazioni. Se la Germania nei prossimi mesi dovesse rilanciare la sua crescita, se le riforme del welfare e del sistema pensionistico dovessero andare in porto; se, soprattutto, dalla testa dei tedeschi evaporasse per sempre il totem dello Stato assistenziale, allora la Kanzlerin avrebbe un posto definitivo nella storia dell'intero Continente europeo. E sancirebbe la vittoria del modello capitalistico teutonico su quello anglosassone, oggi moribondo sotto i colpi della crisi finanziaria. Alle elezioni della scorsa settimana gli elettori hanno premiato lei, la Cancelliera. Così come hanno premiato la sinistra ecologista. Hanno invece estromesso la socialdemocrazia, il cui smarrimento è ormai irreversibile. La sfida del metodo Merkel interpella, quindi, tutti i colleghi europei. Compresi quelli nostrani.

Dai blog