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Daniele Sepe a Villa Ada tra jazz, reggae e funk

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Ungruppo, quest'ultimo, formato dalla cantante scandinava Auli Kokko, dal chitarrista Franco Giacoia, dal bassista Sergio Di Leo, dal tastierista Piero De Asmundis e dal batterista Claudio Marino, oltre ai tredici giovani musicisti della «FreakOrchestra». A guidarli sarà, naturalmente, il sassofonista e cantante Daniele Sepe che, negli ultimi anni, ha rinnovato la musica napoletana inserendo strumenti provenienti dalla tradizione araba, greca e albanese, senza dimenticare il jazz classico. Le invenzioni di Sepe rendono particolarmente vivo il repertorio tradizionale, grazie alla sua capacità di mischiare stili eterogenei, come il jazz, il funk, il reggae e il rock. Influenze che ritroviamo anche nel recente «Nostra patria è il mondo intero», equamente suddiviso tra brani originali e tradizionali, che acquistano nuova linfa nelle reinterpretazioni in stile world music dell'ensemble. Il musicista ha collaborato negli ultimi anni con registi del calibro di Mario Martone, Davide Ferrario, Giacomo Battiato e Gabriele Salvatores, che si sono affidati per i loro film al suono intenso del sax di Sepe.

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