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Tutta una vita raccontata come una confessione

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diGeorge Tillman jr., con Jamal Wooloard, Angela Bassett, Derek Luke, Stati Uniti, 2009. Niente a che vedere con il celebre film di Hitchcock interpretato da Ingrid Bergman e Cary Grant. Il riferimento è a un rapper afroamericano di Brooklyn, Christopher Wallace, che, con quel titolo come soprannome, aveva fatto una bella carriera nel campo della musica hip hop, finendo però ucciso a soli 25 anni, nel 1997, per mano di un altro rapper suo concorrente. La madre, che aveva tentato invano di mandarlo a scuola, cercando, quando era appena adolescente, di sottrarlo allo spaccio della droga e poi a varie, turbolente vicende amorose che qua lo avevano visto giovane padre di una donna bianca cui faticava comunque a restare fedele, si era messa d'impegno dopo la sua morte, per ricordarlo il meglio possibile e aveva finito per fargli organizzare il film che vediamo oggi affidato alla regia di un buon esperto, George Tillman jr. La classica biografia cinematografica. Con una voce narrante in prima persona e poi, via una, tutte le tappe enunciate con una tale sincerità che assomiglia molto ad una confessione. La scuola, le donne, la nascita della bambina, il matrimonio con la donna bianca, molto sesso ma, soprattutto, molta musica, cantata, ballata, improvvisata; con l'intenzione scoperta di fare, con ogni esibizione, la cronistoria di quello che è stato l'hip hop a Brooklyn negli anni Novanta. La regia, ad ogni svolta, espone il tutto con indubbia abilità, nei ritmi (spesso dettati dalle canzoni), nelle immagini, scure e più d'una volta molto strette attorno ai vari personaggi, quasi a tenerli esplicitamente in primo piano, nella ricostruzione attenta di quegli ambienti e di quelle strade da cui, quasi per necessità, era scaturita quella musica «nera» dalle cadenze coinvolgenti specialmente quando sostava su cose, persone e drammi propri di quegli anni e di quei quartieri. Il film, certo, piacerà soprattutto a chi ama quella musica, ma merita attenzione anche per l'impegno delle sue tecniche e, al centro, per l'interpretazione molto partecipe di Jamal Wooloard nei panni del protagonista. Bravo cantante, bravo attore.

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