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"Cipollino", il Dopoguerra è un sogno tutto da ballare

Una scena della coreografia

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Da alcuni anni l'Accademia Nazionale di Danza, adagiata sui prestigiosi declivi del verde Aventino, proprio di fronte al Circo Massimo ed ai Palazzi imperiali, ha sostituito il saggio annuale con un vero e proprio spettacolo che coinvolge tutti gli allievi della storica istituzione capitolina, tuttora unica in Italia. Da stasera e sino a sabato prossimo nel teatro all'aperto dell'Accademia un'ottantina di ragazzi saranno protagonisti della messinscena in prima italiana del balletto Cipollino tratto da Gianni Rodari per le coreografie di Orietta Bizzarri e la musica (1973) di Karen Khachaturian. Il racconto, che ebbe una fortuna internazionale negli Anni Cinquanta, diventa ora un balletto in stile contemporaneo.  «Le avventure di Cipollino – racconta la coreografa – sono un libro unico, nato nell'atmosfera di entusiasmo e di speranza del secondo dopoguerra. A colpire è l'attualità della storia: un mondo di frutta e verdura con buffi personaggi capaci di evocare caratteri ed atteggiamenti dove realtà sociale e fantasia si mescolano in un crescendo di umorismo e leggerezza toccando il tema della solidarietà fra "diversi" e dell'amicizia». Alla fine i buoni si coalizzeranno e come in ogni favola che si rispetti, sotto la guida di Cipollino, riusciranno a sconfiggere il tiranno con scherzi alieni da ogni forma di violenza. La seconda parte dello spettacolo vede invece tornare sulla scena una suite dell' applauditissima e coloratissima suite del ballo grande Excelsior di Luigi Manzotti (1881) nella fortunata versione coreografica Anni Sessanta di Ugo Dell'Ara con un finale da festosa fantasmagoria di bandiere internazionali, speranza di un mondo più unito.

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