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Gerini: "Vi regalo il vintage dei miei sentimenti"

Claudia Gerini

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{{IMG_SX}}Raccoglie successi professionali e sentimentali la bella e infaticabile Claudia Gerini. Dopo aver ricevuto tanti premi (Ciak d'oro e la nomination al David di Donatello) per la sua interpretazione nella commedia «Diverso da chi» di Umberto Carteni, l'attrice sta ora pubblicando un disco «Like never before». In attesa, con il suo compagno Federico Zampaglione, che nasca il suo secondo figlio, a settembre. Mercoledì sera avrebbe dovuto ritirare a Fiano Romano anche il premio che le è stato assegnato dalla rassegna cinematografica Lo Schermo è Donna. Ma per una indisposizione non è potuta essere presente alla kermesse. Gerini, quali brani ha scelto per il suo nuovo disco, «Like never before»? «Sono nove brani tratti da musiche cinematografiche, da colonne sonore, riarrangiate da Arturo Zampaglione per la mia voce, in una chiave più vintage. Ho scelto quei film che hanno segnato la mia formazione, come "Flash Dance", "Il tempo delle mele", "Paradise" e "Dirty Dancing". Queste sono le pellicole che ho particolarmente amato». Perché ha avuto tanto successo il film «Diverso da chi», in un pubblico, come quello italiano, che spesso è diffidente verso generi nuovi? «Evidentemente il diverso in Italia non fa più paura come un tempo. E questa è una grande conquista. Siamo tutte persone, prima ancora di avere la nostra identità sessuale. Nei rapporti reciproci o familiari, siamo in continua evoluzione. Certo, tra gli italiani ci sono ancora molte persone che hanno pregiudizi nei confronti delle nuove tipologie di famiglia. Non si riesce a capire che esistono moltissime diverse situazioni e che non sempre è possibile avere una famiglia come un tempo». Tra poche settimane lei diventerà mamma ancora una volta: come vive il suo rapporto con i figli? «Essere mamma oggi è davvero più complicato rispetto a una volta, quando le donne non lavoravano così tanto nella società, ma si dedicavano di più alla famiglia, pur occupandosi magari dei campi o facendo piccoli lavori part time. Adesso le donne sono entrate in tutti i settori più importanti della società e certo sono costrette ad affidare i figli ai nonni o alle tate. Io cerco di stare il più possibile vicina ai miei bambini, sono una mamma presente e forse, almeno in questo, un po' all'antica. Il cuore di una madre è sempre legato ai propri figli. Anche se ora le donne sono diventate più emancipate e le madri sono figure più complesse». Crede che la famiglia sia dominata più dalla donna e che, per questo, la figura del macho stia lasciando il posto al cosiddetto «mammo»? «No, non credo e poi il termine mammo non mi piace affatto, mi sembra che ridicolizzi la figura del padre. Il papà deve continuare a fare il papà, anche se oggi è pronto e disposto ad aiutare di più la sua compagna in casa. Ed è giusto che faccia la pappa o cambi i pannolini ai bambini. Tutto ciò deve però avvenire senza che l'uomo perda il suo ruolo di padre e di macho».   L'educazione degli italiani, secondo lei, è cambiata in peggio o in meglio negli ultimi decenni?  «Decisamente è peggiorata, c'è molta maleducazione e poco rispetto, persino nei confronti del comune pedone che s'incontra per strada. C'è l'esasperazione del proprio Ego e tutti si sentono vip, protagonisti dell'effimero. Basta avere gli occhiali giusti o la scarpa alla moda e ognuno oggi pensa di essere al centro dell'attenzione generale». L'hanno spesso citata come l'erede di Monica Vitti, si riconosce in questa attrice? «Sono onorata di essere stata considerata l'erede di Monica Vitti che reputo una delle più grandi interpreti italiane. Credo che l'ironia sia una dote innata. Ho sempre cercato di diversificare molto le mie scelte, di cambiare per non annoiare il pubblico e me stessa, mi piace misurarmi con nuovi ruoli e ho rifiutato copioni con personaggi simili al passato. Il mio primo film fu la commedia "Roba da ricchi" di Sergio Corbucci, avevo 14 anni e facevo la figlia di Laura Antonelli e Lino Banfi. Dopo quasi dieci anni, il mio primo ruolo importante fu in "Viaggi di nozze" di Carlo Verdone. Prima di allora non mi ero mai immaginata come un'attrice comica o brillante, ma Carlo, che ha visto in me una vena di romanità, mi ha insegnato lo spirito di osservazione e la ricerca dei personaggi per la strada».

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