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Il sogno del ministro: spot per vendere la cultura

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Seuna fiction, appunto, promuove un'automobile, contribuisce allo sviluppo economico. Non vedo allora perchè una fiction non debba promuovere messaggi culturali»: il ministro Sandro Bondi spiega alle telecamere di Klauscondicio: «Sarei disponibile ad incontrare gli autori e le organizzazioni dei produttori cinematografici, con i quali ho già un rapporto, per promuovere la cultura tramite le fiction». Ovvero ad oggi le fonti ufficiali del sapere non mettono a disposizione la loro ricchezza perché non condividono i mezzi: passare per quelli abusivi significa garantire che qualcuno in più cada nella tentazione; se non sappiamo tendere la mano almeno proviamo con lo sgambetto. Oggi forse solo Internet è la mediazione tra l'apprendimento e lo svago. Immaginate una azione di marketing, una scelta comunicativa tesa a invogliare il soggetto, che è un termine anche più corretto di spettatore o cliente trattandosi di un mezzo interattivo. Pensate come internet già sia in possesso della logica della ricerca, e anche quando la scuola vuole essere in linea coi tempi è ad esso che rimanda; per tanto questo vorrebbe dire che la cultura ad oggi non possiede una sua tattica. Immaginate un giocatore che dovesse venire distratto da frasi, perché no se fossero afferenti alla sfera culturale riconosciuta anche all'interno degli anni di studio obbligatori, poesie del Leopardi piuttosto che del Manzoni, da risposte etiche fornite dal Dante. E così si affronta anche la diatriba sul servizio pubblico. Perché dovrebbe convenire alle aziende e ai produttori? Bene, su questo sarebbe ora di capire che lo stato "culturale" potrebbe anche pensare di non dover fare a tutti i costi la guerra al privato, da una parte, dall'altra, di dovergli imporre piuttosto una condotta sociale accettabile anziché richieste sul piano fiscale, spiritualmente interessi, non finanziariamente. Manca la banca culturale, potrebbero esserlo le università, i Ministeri. I clienti ci sono, ma i grandi progetti su cui indirizzare le voci di spesa sono senza imprenditori e manager.

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