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Ascanio Celestini

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Tiberiade Matteis Dopo l'evento «Carta bianca» della stagione 2006/2007, Ascanio Celestini torna all'Auditorium Parco della Musica da domani al 18 giugno, alla Sala Sinopoli, con «Antologia», quattro spettacoli diretti e interpretati dall'affabulatore romano più acclamato dal pubblico. Gli spettatori avranno la possibilità di assistere a una sequenza di parte del repertorio scenico che ha donato la notorietà alla toccante e ironica potenza narrativa di Celestini. Si ospiterà, infatti, una proposta diversa per ognuna delle quattro serate per chi voglia recuperare o rivedere alcuni lavori che hanno segnato la carriera del protagonista. L'inizio è affidato domani a «Cecafumo», un susseguirsi di fiabe e filastrocche, in un caleidoscopio di storie e rapidi giochi di parole. Accanto a vicende più conosciute e legate a personaggi famosi, come Giufà o Cappuccetto Rosso, appartenenti alla tradizione popolare italiana ed europea, si sentono risuonare echi del Vicino Oriente, fino ad arrivare alle fiabe «nuove», che raccontano realtà moderne e cambiano mentre vengono raccontate. Non sono mai identiche perché devono essere narrate ancora e poi ancora, con il mutare dell'occasione e del pubblico, come faceva nonna Marianna, che «raccontando, ci metteva davanti agli occhi cose che lei non aveva mai visto e riusciva a dirci cose che altrimenti non potevano essere dette», ama ricordare l'attore e autore. Se per Calvino le fiabe sono «il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna», la domanda chiave del testo riguarda la capacità del mondo in cui viviamo di conservare - e rinnovare giorno dopo giorno - un'oralità capace di raccontare i destini di tutti noi. Si prosegue il 16 con «Radio clandestina», il racconto tragico dell'eccidio nazista delle Fosse Ardeatine con testimonianze singole e parziali che diventano rivelatrici di una storia più vasta, quella di un intero Paese. Il 17 giugno è la volta di «Scemo di guerra», spettacolo toccante e suggestivo che ricostruisce i bombardamenti su Roma e l'arrivo degli Americani. Si chiude il 18 con «Pecora nera», indagine sul disagio mentale, un argomento delicato e discusso come la follia, qui affrontato con la grazia e il tatto di un artista e destinato ad arricchirsi di elementi poetici e visionari.

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