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Addio a Susanna Agnelli, grande signora di Torino

Susanna Agnelli

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{{IMG_SX}} «Vestivamo sempre alla marinara: blu d'inverno, bianco e blu a mezza stagione e bianco in estate. Per pranzo ci mettevamo il vestito elegante e le calze di seta corte. Mio fratello Gianni si metteva un'altra marinara»: il privilegio di nascere in una ricca e famosa famiglia si paga e Susanna Agnelli, nel suo best seller «Vestivamo alla marinara», racconta come i bambini Agnelli non potessero comportarsi come tutti gli altri. «Don't forget you are an Agnelli» era il monito della severa istitutrice inglese, Miss Parker. Insomma, un'educazione ricordata come opprimente, tutta regole rigide, in previsione di un futuro denso di obblighi. Un futuro che per Susanna Agnelli cominciò presto se, nata il 24 aprile 1922, ventenne si ritrovò durante la guerra a fare la crocerossina su una nave ospedale, che trasportava feriti in Africa, a Massa Matruk, e poi al locale Ospedale aeronautico. Era solo l'inizio di un impegno inteso sempre come civile, che la porterà a essere in politica, divenendo dal 1974 al 1984 sindaco di Monte Argentario (Gr), oltre che deputata nelle liste del Partito repubblicano italiano (Pri) per due legislature, dal 1976 al 1983. Eletta al Parlamento Europeo nel 1979, si è dimessa due anni dopo. Poi è stata eletta senatore nel 1983, rieletta nel 1987 e nominata nel 1983 sottosegretario agli Esteri sino al 1991 e, quindi, ministro degli Esteri dal gennaio 1995 al maggio 1996 nel governo Dini. Questo senza tralasciare il suo impegno sul fronte umanitario, che la vede, tra il 1984 e il 1987, unico membro italiano all'Onu nella Commissione Internazionale per i Diritti Umanitari e nella Commissione Mondiale sull'Ambiente e lo Sviluppo, dopo essere stata negli anni Settanta presidente del Wwf. Dal 1992 è presidente di Telethon e si è dedicata alla sua fondazione «Il faro», nata nel 1997 per insegnare un mestiere a giovani in difficoltà italiani e stranieri, consentendo loro di acquisire capacità professionali spendibili sul mercato. Quanto alla vita privata, terza dei sette figli di Edoardo Agnelli e Virginia Bourbon, laureata in lettere (più una laurea honoris causa in legge nel 1984 alla Mount Holyoke University del Massachusetts), nel 1945 sposa Urbano Rattazzi, dal quale divorzierà nel 1975, dopo aver avuto sei figli e aver trascorso vari anni in Argentina, sino al 1960. «Alta, capelli grigi, sempre abbronzata, sguardo chiaro e ironico, assomiglia molto al fratello Gianni. Tra i fratelli è lei quella che gode della maggior confidenza dell'Avvocato», ha scritto di lei Enzo Biagi una decina di anni fa, aggiungendo: «La chiamano Suni: è una donna coraggiosa che ha soprattutto un merito, la sincerità». Quella schiettezza cui teneva tantissimo e che le ha procurato spesso fama di donna difficile, quella che ha scritto e fatto uscire nel 1975 quelle memorie, «Vestivamo alla marinara», che Mario Soldati le aveva suggerito di non pubblicare, e che furono tradotte in varie lingue vendendo oltre 250 mila copie e vincendo il premio Bancarella. Da allora vennero altri tre libri, un altro di memorie nel 1985, «Addio, addio mio ultimo amore», che suscitò diverse polemiche, relative alla sua avventura come sindaco di Monte Argentario, uno, «Gente alla deriva» firmato con Giuliano Zincone, di articoli sulla realtà delle minoranze etniche nel sud est asiatico dopo la guerra del Vietnam, e infine quello più letterario, «Ricordati di Gualeguaychu» nel 1982, ricostruzione della figura di Garibaldi, eroe nella dimensione più umana, visto attraverso lettere immaginarie scritte dalle donne che lo amarono. In fondo, sotto la corazza formalista impostagli sin dall'infanzia e quella diffidenza di chi temeva di essere cercata solo in quanto al suo cognome, nelle pagine dei libri rivela una vena sentimentale, una atteggiamento aperto e una capacità di amare e di porre sinceramente attenzione agli altri. Pur affermando. «L'amore per una persona è spesso, in realtà, amore per qualche altra cosa: si ama il cinema e ci si innamora di Soldini, si ama la musica e ci si innamora di Muti».

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