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Lacedelli: «Una fatica tremenda, ma fu anche divertente»

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Cortinese,83 anni, Lacedelli parla del compagno di cordata così: «Ho di lui un bellissimo ricordo. Ci siamo anche divertiti, oltre ad aver faticato moltissimo: abbiamo avuto delle giornate di relax, tra compagni, nelle quali raccontarci le nostre avventure». Nella sua casa di Cortina, Villa K2, Lacedelli ricorda bene anche i punti di forza dell'amico con il quale conquistò la vetta del K2. «Achille - dice - era un forte atleta, molto preparato: questo è stato il punto di forza, che abbiamo avuto, per poter arrivare assieme su quella meravigliosa vetta». «La sua scomparsa - prosegue - mi suscita un grande dispiacere: si vorrebbe che vivessimo tutti per molti anni, ma purtroppo la legge è questa, uno dopo l'altro si andrà via tutti. Lo scorso autunno è mancato anche Galotti, di quella spedizione, un altro fortissimo atleta, aveva 90 anni. Adesso, purtroppo, è toccato ad Achille». Lacedelli e Compagnoni si era visti l'ultima volta un anno fa, in occasione di una festa. «Poi - prosegue - sapevo che non stava molto bene. Non potrò andare al suo funerale - anticipa il cortinese - anch'io ho problemi di salute, devo farmi operare al cuore, sto facendo delle terapie, in ospedale, ogni giorno. Mi dispiace non esserci, comunque il pensiero è sempre rivolto a lui». Un ricordo ammirato, ma non solo, anche da Reinhold Messner, il primo alpinista ad aver scalato tutti i 14 ottomila della Terra: «La scalata al K2 di Compagnoni e Lacedelli fu uno degli ultimi atti dell'alpinismo eroico. Compagnoni era un alpinista molto forte fisicamente, tanto cuore e tanti polmoni. Ho sempre apprezzato la sua impresa, molto meno l'atteggiamento avuto dopo nel non riconoscere i meriti di Bonatti».

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