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La chitarra di Eivind Aarset alle origini del jazz europeo

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Èfautore di una musica carica di energia ma allo stesso tempo misteriosa e decisamente contemporanea. L'album di debutto come bandleader, «Électronique Noire», è stato descritto come «uno dei miglior album del jazz elettronico dell'era post milesiana». Nel disco, oltre alla chitarra, lo strumento più usato è il computer e la gran parte dei pezzi consiste in improvvisazioni digitalizzate riordinate soltanto in un secondo momento: una miscela di musica da film, musica da meditazione, moods malinconici e suoni elettronici. Nel 2001 esce «Light Extracts»: jazz contemporaneo, improvvisazioni audaci e ritmi della club culture europea, con suoni ipnotici e decisamente nuovi. Ma è «Connected» a consacrarlo come una delle voci-chiave del nu-jazz europeo. Eivind Aarset ha anche collaborato a molte registrazioni con musicisti diversi come Ray Charles, Dee Dee Bridgewater, Ute Lemper, Ketil Bjornstad, Mike Mainieri, Arild Andersen, Abraham Laboriel e Django Bates. Presenta «Sonic Codex», quarto lavoro da solista, album maggiormente spinto verso il rock più duro e lontano dalle sonorità auree e visionarie.

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