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«Bello il cinema, ma farò teatro. Per sempre»

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Misento molto pugliese». Ricorda il suo esordio? Agli inizi degli anni '70. Un esordio da attore drammatico in molti teatri del milanese non importanti. Ha studiato per fare l'attore? Sì e anche molto. Ho studiato al Piccolo Teatro di Milano. E ha frequentato anche il cabaret? Sì, ho scritto e messo in scena spettacoli di cabaret. Nel 1978 con "Mi voleva Strehler" ho avuto successo, era un one man show scritto con Umberto Simonetta. Poi è diventato una sorta di cult evergreen. E cinema? Ne ho fatto,. ma non tantissimo. Nel 1977 un film che ricordo con molto piacere «Allegro non troppo» di Bruno Bozzetto. E poi la fama e popolarità con la televisione? Sì sono stato amato dal grande pubblico della tv proprio agli inizi degli anni Settanta. Interpretavo un personaggio da me ideato, il famoso Nicola di Mola, il deejay di Radio Bitonto Libera che era innamorato da sempre della brunetta dei Ricchi e Poveri. Nicola era davvero esistito? Era una macchietta che faceva il verso allora alle numerosissime stazioni radiofoniche indipendenti che sorgevano nel nostro Paese. Ama il cinema? Lo amo da spettatore e da attore. Ricordo con piacere Sergio Corbucci. Ho lavorato con lui in più di un film. E poi si è dedicato esclusivamente al teatro. C'è un perché? Dagli anni Novanta ho fatto faccio e farò il teatro. Stancante ma emozionante, il teatro. È lo spettacolo della vita che a volte mi ripropone in palcoscenico. Le piace anche scrivere? Nel 1996 ho pubblicato la mia autobiografia «Champagne», insolito titolo che deriva da una famosa scena di un film «Rimini Rimini» nel quale ero uno squattrinato cabarettista che tentava di sedurre una ricca vedova, Laura Antonelli, cantando la canzone di Peppino di Capri. È anche papà? Sì, ho sposato un'attrice, Daniela Nobili, che mi ha regalato un figlio, Guido. Oggi è innamorato, fidanzato? In questa stagione della mia vita sono solo. Le piace la solitudine? Non proprio. Lei ama ripeterlo spesso. La solitudine è bellissima ma guai ad essere da solo.

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