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Pirateria: al cinema italiano costa 537 milioni all'anno

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Avete presente i filmini pirata che «girano» su Internet o vengono venduti in dvd all'angolo della strada? Stanno mettendo in ginocchio l'industria italiana dell'audiovisivo con un danno di 537 milioni di euro all'anno. Hanno lanciato l'allarme registi come Giuseppe Tornatore, Paolo Virzì, Enrico Vanzina, Leonardo Pieraccioni e poi politici: il sottosegretario allo Sviluppo Economico Paolo Romani e vari altri addetti ai lavori. Tutto ieri durante la presentazione della prima ricerca sulla pirateria cinematografica in Italia, effettuata della Fapav, la Federazione anti-pirateria audiovisiva. Romani è per la linea dura: avvisare chi usa il computer che sta scaricando dei file illegalmente e poi, se la pratica persiste, interrompere forzatamente il collegamento. Per Tornatore il governo deve colpire «chi in rete diffonde i film addirittura prima che questi arrivino nelle sale». Virzì accusa gli Internet provider: Telecom, Fastweb, Infostrada (per la quale però il regista ha girato uno spot), auspicando che il governo agisca sul loro giro d'affari che aumenta con la pirateria digitale. Leonardo Pieraccioni pensa al lavoro: «Ad essere colpiti non sono solo le star, ma ci vanno di mezzo tanti lavoratori. Bisogna andare al cinema perché c'è di mezzo il lavoro di tanti, se i numeri continuano a crescere tra 5 o 6 anni andremo tutti a fare cabaret». La pirateria, è stato sottolineato, mette in pericolo 250 mila posti di lavoro nel settore.

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