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I Balletti Russi

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LorenzoTozzi Nonostante l'apprensione determinata dal difficile momento l'Opera di Roma si dà alla danza. E lo fa con un importante Festival di quindici spettacoli con tre programmi diversi dal 7 aprile al 3 maggio: 13 titoli di balletto a celebrare il centenario della compagnia dei Balletti Russi (1909-1929) di Serge de Diaghilev. Una vera e propria rassegna di allestimenti spettacolari che hanno fatto non solo la storia della danza teatrale, ma hanno anche rivoluzionato l'estetica dello spettacolo in Europa. Si incomincia con il classico Les Sylphides e con la rarità Cléopâtre di Fokine, seguiti da Les biches della Nijinska e Il cappello a tre punte di Massine (nelle recite del 10- 11 sostituito dall'Uccello di fuoco di Fokine). Unico comun denominatore del Festival la bacchetta dell'inglese David Coleman. «È un progetto impegnativo - spiega il direttore artistico Nicola Sani - per la quantità e qualità degli spettacoli che ricalcano le mise en scene originali. Ma si parla anche di musica, di una stagione straordinaria della musica del Novecento con un itinerario di assoluta eccellenza segnato da Strawinsky, Debussy, Poulenc ed altri. Importante anche il rapporto con la poesia e la pittura in un'ottica multimediale, che è cara alla linea artistica del nostro Teatro». Per Coleman «è un'idea fantastica che sfiora l'incredibile». E per il 2010 si pensa già a «Le train bleu», a «Carnaval» e a «Les Noces».

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