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Valentina Persia: «Pazzerella per amore del teatro»

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FabrizioFinamore È la storia una quarantenne, sola e scriteriata che insegue un sogno amoroso tanto agognato ma mai provato. È questo «Teresa Zum Zum», lo spettacolo con Valentina Persia di scena in questi giorni e fino al 10 aprile al teatro dei Satiri. L'ex barzellettiera che in più occasioni ha avuto modo di dimostrare le sue qualità di attrice, si cimenta ora in un monologo in cui passa dalla comicità al dramma con grande disinvoltura e leggerezza. «È la storia tragicomica di una donna di 40 anni sola - ha detto Valentina Persia - che racconta ad uno psicanalista tutte le sue vicissitudini e tutte le sue paure relative a quell'atto amoroso che tanto rincorre ma che allo stesso tempo tanto teme. Nelle sue parole si celano tante insicurezze e dai suoi racconti il pubblico cercherà di capire perché non riesce ad accostarsi alla figura maschile. Come ogni donna le piace narrare le sue vicende amorose ma è un racconto il suo con tanti alti e bassi, a volte drammatico, c'è una certa tensione mentre questa donna si racconta, ma dai molti risvolti anche comici. Si capirà solo nel finale il vero motivo per il quale è sola sul palco e perché non riesce a relazionarsi con l'altro sesso». Il testo teatrale Persia lo definirebbe «"na' pazzaria!", come l'avrebbe definito il suo autore, Cesare Belsito. Dedico al lui, autore e regista dalla grande sensibilità purtroppo non più tra noi questa mia interpretazione. Dopo aver lavorato insieme al mio precedente spettacolo "Single per scelta", Cesare teneva molto che io interpretassi anche questo suo personaggio. Così, ad un anno dalla sua scomparsa, sono veramente orgogliosa oggi di portarlo in scena». Solitamente nelle sue interpretazioni Perisa gioca con tanti dialetti, questa volta invece ne interpreta uno solo: il napoletano, perché «considero questo spettacolo un esperimento teatrale ed una prova d'attrice di grande impegno. Recitare un intero spettacolo, che per come è strutturato io definire una tragicommedia, tutto in napoletano, per me che non sono di Napoli, non è cosa da poco».

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