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Castellitto e Mazzantini Letture dalla strana coppia

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Tiberiade Matteis Letteratura, teatro e cinema sono universi in reciproca sinergia per la coppia formata da Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, impegnati stasera al Valle nella lettura di brani del romanzo «Venuto al mondo», ultima fatica narrativa dell'autrice che vanta un pregevole passato di attrice e drammaturga, ma negli ultimi anni ha deciso di privilegiare la scrittura. A sette anni di distanza dal mirabile e fortunato «Non ti muovere», Premio Strega 2002, divenuto anche una pellicola girata e interpretata proprio da Castellitto, questo ponderoso volume, edito da Mondadori, affronta una vicenda di amore e maternità. Una mattina qualunque la protagonista Gemma sale su un aereo per Sarajevo con il figlio Pietro, un ragazzo di sedici anni. Ad attenderla all'aeroporto ci sarà Gojko, il poeta bosniaco, che nel 1984 l'aveva condotta verso l'amore della sua vita, il fotografo Diego. Si racconta così la passione di giovani incoscienti che si ritrovano attualmente in un dopoguerra recente, intrecciandola a una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita, che sfugge alla scienza e alla biologia, si addentra nella placenta ancestrale di una guerra che procrea persino mentre uccide. In questo grande affresco di tenebra e luce c'è un continuo rimando tra il ventre di Gemma e quello della città dilaniata. L'assedio di Sarajevo diviene, allora, la battaglia intima di ogni personaggio in un'avventura di non eroi scaraventati dall'offensiva della Storia in un destino che sembra attendere il loro sacrificio come un tiratore scelto. L'itinerario di un uomo e di una donna verso un figlio, il loro viaggio di iniziazione alla paternità e alla maternità si mutano in travaglio epico, in una favola dura come l'ingiustizia, luminosa come un miracolo. E le pagine più salienti dell'opera, già da settimane al vertice delle classifiche delle vendite, sono animate dalle voci dei due interpreti in una lettura aperta, meditata e rivolta al pubblico che rinnova antiche collaborazioni prodotte dal loro sodalizio privato e artistico come la pièce «Manola», scritta e recitata dalla Mazzantini con regia di Castellitto o il monologo «Zorro», scritto dalla Mazzantini e incarnato da Castellitto.

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