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Quando la Speranza illumina la strada più della scienza

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Quella speranza che invece, come insegna San Paolo, «non delude» e che insieme alla perseveranza segna il cammino dei cristiani. La speranza non è ottimismo, la speranza non è convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo, la speranza è certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato, che abbia successo o meno. È con questo spirito che don Luigi Ginami (sacerdote della diocesi di Bergamo, un dottorato in liturgia al Sant'Anselmo di Roma e in teologia alla Lateranense, con un'esperienza d'impegno pastorale presso la segreteria generale della Cei e di docenza al Pontificio Istituto Liturgico) ha intitolato «La Speranza non delude. Santina, una scintilla di luce sull'esperienza drammatica dell'esistenza» il suo ultimo libro dedicato alla madre che ha vissuto per centonove giorni nel reparto di terapia intensiva della Cardiochirurgia degli ospedali riuniti di Bergamo. Una testimonianza di sofferenza e dolore ma anche la dimostrazione che quando si è in una condizione di debolezza si diventa più forti, il paradosso cristiano che ti fa riconoscere la vita come un dono senza fine, sempre e comunque. Come scrive il cardinal Martini nella presentazione «la prova c'è e c'è per tutti, anche per i migliori». Il libro è il diario del periodo che l'autore trascorre a fianco dell'anziana madre, camminando lungo un percorso di dolore e sofferenza che va dall'operazione a cuore aperto al coma, sino a giungere alla luce di un lento e faticoso recupero. Ripercorrendo quei giorni don Ginami si rende conto che la madre non gli ha mai insegnato tanto come in questi ultimi due anni, benché il coma le abbia strappato l'uso della parola e che lui stesso ha compiuto un vero cammino di fede. Sì, perché ad unire un figlio addolorato e un'anziana madre sofferente, è stata proprio la preghiera, uno strumento capace di superare ogni dolore. Lo ribadisce nella prefazione il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo di Hong Kong, che ha conosciuto da vicino e sperimentato la persecuzione dei cattolici cinesi ricordando suo padre: «Mi portava a mesa ogni giorno, finchè cadde paralizzato. Erano anni di guerra e si mancava di tutto. La nostra famiglia era di sette persone. Vivevamo in una soffitta, aspettando, ogni giorno, dalla divina Provvidenza un boccone per sfamarci. Sono sicuro che devo alle preghiere di mio padre, santificate dalla sofferenza, la mia perseveranza nella vocazione». E la storia di Santina viene definita anche dal professor Paolo Ferrazzi, il cardiochirurgo che l'ha operata, prima un «calvario» ma poi un «successo di spiritualità e scienza medica». Insomma la signora Santina è la «scintilla di luce» per monsignor Luigi Ginami che, grazie alla mamma, ha rafforzato il suo rapporto con Dio e ha, come lui stesso afferma, «intuito per l'ennesima volta la meraviglia di aver scelto Lui e solo Lui nella strada del sacerdozio».

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