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«Centovini» e la bottiglia si fa leggere

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Attiva a Roma fin dal 1821, la famiglia Trimani, ha mantenuto negli anni la passione e la capacità di «leggere» i cambiamenti del mondo del vino italiano diventanto un punto di riferimento nel settore delle enoteche e dei winebar. Una eccellenza tutta capitolina considerato la tendenza che colloca i grandi vini e i loro conoscitori spesso al di fuori di Roma e del Lazio. Tornando al libro, «Centovini» ha una struttura piuttosto originale: suddivide l'Italia in macrozone ciascuna delle quali ha un capitolo dedicato con il vitigno simbolo e le annate migliori. «L'idea alla base di questo libro - scrivono i Trimani nel prologo - è la sfida di sintetizzare un numero limitato di singoli vini, la migliore propduzione nazionale alla luce della nostra esperienza pratica». Ogni zona e ogni vitigno esaminato diventa racconto, storia, curiosità e territorio. Una pubblicazione che si fa leggere, adatta anche a chi il vino si limita a consumarlo (ai pasti si intende) senza sentirsi un intenditore. Il vino ha accompagnato la storia dell'uomo ed ha significato simbolico in molte culture e civiltà. I Trimani - nell'ordine Carla, Francesco, Giovanni e Paolo - raccontano in «Centovini» che dietro il successo di ogni etichetta c'è una casa, una famiglia, una o più generazioni di uomini e donne che nel corso della loro vita hanno lavorato a un progetto. I cui frutti «colorano» i nostri calici e rendono più gradevole l'appuntamento con il desco. Cin.Tra.

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