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«Ma di grandi nomi non ne escono quasi mai»

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Ci vogliono pene severe. Idem per gli edifici monumentali. Non possono sopportare tali prepotenze. E violenze. Diverso il caso di opere pubbliche in periferia: viadotti, muraglioni...». Insomma, sono artisti o no? «In Italia, su centinaia e centinaia di writers e di tags, quelli che si concentrato sulla loro firma, sette o otto hanno valore artistico. E non sono certo un Basquiat o un Keith Haring». Ma la repressione non fa nascere eventuali artisti, non crede? «Ripeto, c'è una forza oggettiva nella statistica. Nel 99 per cento dei casi la script art si risolve in esercizi grafici di nessun valore. Meglio dirigere le energie a sostenere l'arte contemporanea vera, che in Italia langue nel disinteresse. Se le cifre astronomiche spese per ripulire i monumenti fossero indirizzate qui, da studi e atelier salirebbe un'ondata di entusiasmo». Condanna netta. «Anche perché nella comunità dei graffitari gruppi e sottogruppi si contendono il territorio. Scritte sui muri definiscono i confini. Un comportamento ben noto agli etologi». Li. Lom.

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