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«Cultura contro la camorra»

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Accusa i giornali locali, spesso «portavoce dei boss» ma ricorda che la letteratura può combattere tutto questo perché ciò che fa paura è «che certe vicende arrivino a tanta gente». Una testimonianza, in cui letteratura e vita si intrecciano, quasi a ribadire quel legame che è stato un po' il filo conduttore di questa XII edizione. Il bilancio è molto positivo: un incremento del 10% rispetto al 2007, con 57.000 biglietti venduti e ben 23.000 presenze negli eventi gratuiti. Ospiti noti e meno noti, e una novità: le «Scintille», incontri informali che «hanno fatto conoscere - sottolinea Della Casa, uno dei responsabili dell'organizzazione- gli autori in veste inedita. Come Odifreddi che ha raccontato il suo pellegrinaggio a Compostela». Il tutto scandito da oltre 200 eventi tra incontri, conferenze e spettacoli «resi possibili - afferma Dalla Casa - dal lavoro di 620 volontari che con la loro attività testimoniano il radicamento dell'evento nel territorio». E con una parola d'ordine chiara e forte: la letteratura è uno strumento concreto, oggi accessibile a tutti, per affrontare la realtà. Non stupisce allora che Daniel Pennac, da sempre amante di un insegnamento extra-accademico, abbia commentato la riforma della scuola italiana ammettendo che è «meglio una scuola senza uniformi», mentre il messicano Carlo Fuentes e lo scrittore Jonathan Safran Foer azzardavano pronostici sulle elezioni americane, confessando di simpatizzare per Obama. E Baricco, partendo dal suo saggio «I barbari» ha parlato della «mutazione moderna» rappresentata da internet. Simbolo di questa cultura è proprio il festival: «Adesso siete qui, tra due ore accorrerete da Pennac, senza il tempo per riflettere. Ve lo immaginate Gadda qui?» ironizza Baricco, che poi continua «Certo, Calvino non avrebbe mai parlato davanti a 600 persone. Ma tutto questo non è Apocalisse. Vendiamo più libri rispetto a Calvino, e più persone accedono alla cultura». Nel guardare l'attualità la letteratura non poteva non avvalersi del «parere» dei maestri del passato, fatti rivivere, attraverso la voce dei contemporanei: e così in un comizio il filosofo Mill ha parlato di libertà per bocca di Corrado Augias. Distanze temporali e spaziali si sono così annullate, anche grazie all'impronta di multiculturalismo e dialogo voluta da questa XII edizione: la scelta degli ospiti è stata emblematica, dagli italiani Arbasino, Carofiglio, Lucarelli, Pecora, Giordano all'israeliano Tchak, dagli anglosassoni Turow, Faulks all'africano Waberi, dal romeno Cartarescu al giapponese Murakani.

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