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Il fallimento dell'attentato a Hitler diede il via a una spietata vendetta

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Questo film uscirà in primavera, nelle sale cinematografiche del mondo intero. Particolarmente curato nei dettagli, come l'arredamento, che è rigidamente d'epoca, cosa rara per il cinema l'utilizzo di copie non originali. Cruise dimostra d'essere una copia impressionante di von Stauffenberg, il protagonista, e fa trasparire anche una sottile simpatia o forse soltanto interesse per quel particolare periodo storico. Del film se ne parla molto, soprattutto in Germania, visto che l'argomento tocca, ancora oggi, profondamente la coscienza dei tedeschi. Il film racconta l'attentato fallito del 20 luglio 1944 in cui molti generali dell'esercito tedesco sotto la copertura dei Servizi segreti decise di eliminare Hitler e il suo Stato maggiore con un esplosivo messo in una borsa dal giovane colonnello, conte Claus Philiph Schenck von Stauffenberg. L'obiettivo fallì per il fortuito caso che fece sì che la valigia venisse spostata di qualche metro, dalle gambe di Hitler. Ma Hitler sopravvisse con i soli pantaloni stracciati, bruciacchiati, insanguinati. La sua vendetta fu spietata. Tagliò letteralmente la testa ad alcuni dei congiurati di un complotto vicino alle gerarchie militari della tradizione prussiana, delle Chiesa, cattolica e protestante, di molti burocrati dirigenti e intellettuali del cosiddetto circolo di "Kreisau" diretti dal Conte Helmuth von Molte, che si rifacevano alle idee di una Germania tradizionale voluta a suo tempo dal poeta Stefan George. Più di 4000 furono i congiurati uccisi, alcuni impiccati con delle corde di pianoforte con sottofondo della musica di Bach, uccisi dopo processi veloci e particolarmente violenti. Sia i processi che le esecuzioni furono filmate ma oggi non c'è traccia. Rimane, per descrivere il clima del tempo, la trasmissione radio del discorso di Himmler pronunciato a Poznan il 3 agosto 1944 in merito alla sorte dei complottisti: «(...) L'interramento di Olbricht, del conte von Stauffenberg, di Merz von Quirnheim e di von Haeften era avvenuto così in fretta che essi erano stati seppelliti con le loro insegne di cavalieri della Croce di ferro. Così, l'indomani sono stati dissepolti, e, con l'occasione, oltre al recupero delle decorazioni, è stato proceduto alla loro ulteriore identificazione. Dopodiché ho ordinato che i cadaveri fossero bruciati e le ceneri disperse nei luoghi di scarico della spazzatura. Non intendiamo conservare alcun ricordo di questi individui, né ovviamente di coloro che devono ancora essere giustiziati, né in una tomba né in alcun altro luogo. E dopo di loro pagava anche la famiglia. (...)Nessuno si permetta di venirci a dire: "Ciò che state facendo è di natura bolscevica". Non c'entrano niente i metodi bolscevichi, ma si tratta di restare fedeli a una tradizione che ci giunge dai secoli passati, dai nostri avi. In quelle epoche lontane, le genti decretavano la proscrizione di una famiglia, dichiarandola fuori dalla legge, quando veniva decisa un'operazione di vendetta, si andava fino in fondo, senza tentennamenti. Si diceva: quell'uomo ha tradito, il suo sangue puzza di tradimento, è sangue che va eliminato. E nella sacrosanta vendetta veniva coinvolta tutta la famiglia, fino all'ultimo dei suoi membri. Ebbene, la famiglia del conte von Stauffenberg sarà estinta fino all'ultimo dei suoi membri! (applausi). (...)Dobbiamo dare un esempio e un avvertimento che nessuno potrà mai dimenticare. Infine, esiste il caso di tutti coloro che, in Germania, portano il cognome Stauffenberg, così come quello di quanti portano uno dei cognomi sciaguratamente coinvolti nel grande tradimento. Ebbene, offriremo loro la possibilità di cambiare cognome, non si può in effetti pretendere da essi che continuino a chiamarsi come una canaglia, un mascalzone, un traditore». Fortunatamente le dure parole del capo delle SS Heinrich Himmler non ebbero seguito nella realtà. I figli di Stauffenberg sopravvissero, così quelli dell'ambasciatore di Berlino a Roma von Hassel anche lui coinvolto. Chi invece fu costretto al suicidio fu il generale Rommel, la «Volpe del deserto», gli furono concessi i funerali d'onore; forse, a sua parziale insaputa, fu prescelto dagli autori del complotto di diventare il nuovo Führer, Hitler morto. Avrebbe evitato la guerra civile fra esercito tedesco e le SS, essendo un eroe per tutti ed avrebbe gestito la fine della guerra con il beneplacito degli inglesi che lo stimavano, anche sotto l'egida dell'ammiraglio Canaris e del colonnello Gehlen, capi dello spionaggio tedesco, ma in combutta con gli Alleati. Nel film tutto questo è ben raccontato, manca solo la voce dello scrittore Ernst Junger, anche lui vicino a Stauffenberg, ma che ebbe qualche dubbio sull'onestà degli Alleati verso gli sfortunati putschisti del 20 luglio 1944.

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