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Désirée Colapietro Petrini Tra una ...

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«Quando mi invitano in posti belli come questo - spiega Arbore - cerco sempre di arrivare un paio di giorni prima per godermi un po' di vacanze. Non tutti sanno che la mia attività è frenetica: ero partito con una tournée invernale, che è diventata primaverile, adesso estiva e poi sarà autunnale. Insomma: una tournée perenne». Due giorni di assoluto relax con la ex compagna di vita Mariangela Melato, nell'isola già da alcuni giorni, l'amica di sempre Marisa Laurito e il Maestro Fausto Sarli, anche loro premiati (insieme a Luisa Ranieri, Rocco Barocco, Lucianna De Falco ed Enzo Decaro) per aver portato nel mondo l'eccellenza campana. Ambasciatore della canzone napoletana nel mondo e cittadino onorario di Napoli dal 1987, Arbore sull'isola è un'istituzione. Non c'è persona che non manifesti stima e affetto nei suoi confronti e, soprattutto, che non ricordi con rimpianto i tempi di «Quelli della notte» e «Indietro Tutta!». «Renzo, torna priest!», gli urla dietro un'ammiratrice e si fa portavoce di un'intera città. Arbore, perché non torna? Alcuni giorni fa Aldo Grasso ha detto che dovrebbero farla presidente della Rai... «Ringrazio Aldo Grasso e tutti quelli che mi hanno telefonato per questa ipotesi, ma non ho avuto una sola telefonata dalla Rai: né da marescialli, né capitani né generali ma solo appuntati e alcune appuntate per capire se fosse realizzabile o meno. La risposta è: assolutamente no. In Rai ormai queste cariche sono incontroversibilmente politiche ed io non seguo la politica se non come lettore. Da grande piuttosto vorrei fare l'artista: è un vecchio pallino. Ho fatto prima la radio, poi la tv, il cinema, lo showman, il comico, l'autore e il musicista. Adesso tutt'al più vedo se mi posso mettere a fare il pittore astrattista». Supponiamo invece che lei domani sia dietro la scrivania di Viale Mazzini. Come cambierebbe il palinsesto, presidente Arbore? «Non lo dico neanche sotto tortura! Le idee sono merce rara e preziosa. Quelle volte in cui mi è sfuggito qualcosa, me la sono vista realizzare. Credo però che, come dimostra la gente, la vera tivvù sofferente è quella dell'intrattenimento. È come una pentola in continua ebollizione: non produce prototipi nuovi o cose eleganti che possano andar bene al colto come all'inclita. Mi raccomando, metta il colto tra virgolette. Lo dico in senso ironico ovviamente». Come vede la televisione di oggi? «È una tivvù popolare che insegue i gusti più facili, non c'è ricerca di contentare l'altra fetta di pubblico. Ecco perché sono contento di fare il musicista a tutto campo». Sarebbe quindi disposto a tornare, magari con una prima serata? «Dipende dall'idea, perché no. Ma non solo in prima serata, anche in seconda o in terza. Ho fatto programmi in tutte queste fasce orarie e personalmente, per mio carattere, preferisco l'orario più riflessivo». Parliamo di «Alto Gradimento» e di quella geniale improvvisazione che ancora oggi viene presa a modello... «Ho inventato l'improvvisazione, è vero, e mi auguro che questa cosa, prima o poi, mi venga riconosciuta. Quando ero ragazzo pensavo che gli americani fossero più bravi di noi, e invece solo più tardi scoprii che avevano tutto scritto. Gianni Boncompagni ed io abbiamo dato vita alla tecnica dell'improvvisazione mutuata dal jazz che è per eccellenza, la musica più spontanea. Ancora oggi ho il gusto dell'improvvisazione, è una cosa che mantengo nella vita e nell'orchestra. Non ho mai costretto Roberto Benigni e Maurisa Laurito, ad esempio, così come agli altri, a ripetere le cose a memoria». Lei è stato un grande scopritore di talenti. «Una volta ho fatto un calcolo: ho scoperto oltre cento talenti, di cui quaranta tra "L'altra Domenica", "Quelli della notte" e "Indietro Tutta!". Mi vengono in mente, tra gli altri, Roberto Benigni, Andy Luotto, Isabella Rossellini, Le sorelle Bandiera, Nino Frassica, Marisa Laurito, Francesco Paolantoni, Maria Grazia Cucinotta». Quali sono i talenti di oggi? «Oggi la tipologia dei talenti è un po' cambiata. Ci sono professionisti dell'umorismo bravi. Io invece ho sempre lavorato con i dilettanti. Il talento è merce rara. Però negli ultimi anni, qualcuno è uscito: Fabio Volo, Max Tortora, Elio e le storie tese, Lillo e Greg, Adolfo Margiotta». È dal 1990, anno in cui ha fondato l'Orchestra Italiana che porta nel mondo la canzone napoletana con successi trionfali. «Nel nostro Paese si pensa che la musica popolare passi di moda, cosa che, ad esempio, non succede in America o in Francia. All'estero, Domenico Modugno non sarebbe mai stato dimenticato. C'è sempre questa idea che le canzoni siano una moda estiva da buttare via ad ogni cambio di stagione. Stessa cosa vale per lo swing. Non dimentichiamo che prima di Michael Bublé, nel 2001, ho fatto due dischi per il rilancio di questo genere in Italia». Quali sono gli artisti che l'hanno maggiormente segnata? «Da Ray Charles a Tony Bennet allo stesso Bublé. Sono poi il presidente di Umbria Jazz, motivo per cui in America sono molto riverito. È, dopo quello di Montreal, il secondo Festival di jazz (se non il primo), più importante al mondo». Una passione senza tempo quindi. «Vede, tutto è partito dalla passione, che è la molla fantastica per riuscire sia nel privato che nel lavoro. Dire di essere una persona appassionata è la cosa più bella della vita ed io di passioni ne ho molte: dalle collezioni di plastica, di cui sono il primo in Italia, a gilet e cappelli; dalla musica ai viaggi, fino alla lettura di rotocalchi, quotidiani e tutti quei prodotti che io chiamo "della fantasia"». Lei è noto per avere avuto dei grandi e lunghi amori. E adesso? «Sono un single convinto e contento di esserlo. Sono un artista, e come tale devo poter essere libero di girare e di andarmene di qua e di là». La sua tournée, iniziata lo scorso inverno, è tuttora fitta di date. Quali sono i prossimi appuntamenti? «Dopo aver toccato Usa, Brasile, Canada, Messico, Spagna e Malta, proseguo quest'estate il giro d'Italia: da Cernobbio a Villa Erba, da Pinerolo fino a Trapani, Taormina, Palermo, passando per alcune località della Toscana tra cui Viareggio». Non avverte momenti di solitudine? «A dire il vero non so a chi dare i resti! Ho una casa molto fantasiosa. Mi piace cucinare, vedere la tv, i dvd. Sì, mi capita anche di avere dei momenti di solitudine ma in genere sono divorato dalle cose da fare. Mi sono organizzato una casa di lavoro e di vacanze, con amache, una palma finta e tutti i miei giochini e le mie collezioni. Una casa divertente insomma dove è difficile annoiarsi».

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